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Vinitaly, Campania tra dazi e polemiche

Fiola: «Napoli mortificata da gestione commissariale dell’ente camerale e mancata visione della Regione»

Vinitaly, Campania tra dazi e polemiche

Il governatore De Luca al Vinitaly. A destra il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola

VERONA. Tra preoccupazioni per i dazi e polemiche, anche la Campania apre i battenti al Vinitaly di Verona. «Siamo qui per promuovere i nostri vini, la nostra economia agricola, le qualità dei nostri prodotti e anche per incoraggiare i nostri produttori in un momento difficile. La Svimez ha certificato che la Campania è la regione che sarà maggiormente penalizzata sui volumi di esportazione negli Stati Uniti d’America. Abbiamo quelli più alti in Italia, siamo all’11 per cento rispetto alla media nazionale dell’8-9». A dirlo è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

«Due settori potrebbe essere penalizzati in modo particolare: l’agroalimentare e l’automotive. Abbiamo un comparto vitivinicolo straordinario non per volumi produttivi ma per la qualità - sottolinea il governatore -. Ma c’è un elemento di forte preoccupazione legato ai dazi. Se le qualità più alte riusciranno a reggere l’impatto delle decisioni degli Stati Uniti, le aziende medio-piccole rischiano di avere problemi. Per cui dobbiamo cominciare a immaginare una politica di aiuti. Verificheremo nelle prossime settimane come evolve la situazione».

E ancora: «Quel che è certo è che, al di là del danno dei dazi, c’è un clima collaterale di incertezza che blocca gli investimenti e ostacola gli scambi commerciali. È veramente una situazione moto brutta, irragionevole. E la cosa che colpisce di più e che non si capisce dove si va a parare con i dazi, perché alla fine ci sarà un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, un aumento dei costi dei prodotti di base e non risolveremo alcun problema».

Ma al Vinitaly c’è anche spazio per le polemiche. «Abbiamo voluto essere accanto alle nostre imprese del territorio per testimoniare, come avvenuto negli anni passati, la profonda convinzione che i vini napoletani non abbiano nulla da invidiare ai cugini delle altre province e che hanno le potenzialità per affermarsi con sempre maggiore forza sul mercato. Ma Napoli e la sua provincia sono state mortificate al Vinitaly, relegate in una condizione quasi di comparsa a causa della gestione commissariale voluta dalla Regione che oltre a paralizzare l’ente non ha messo un campo una visione strategica necessaria per un comparto in grande crescita e di grande qualità». A dirlo il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola.

«Napoli porta con orgoglio qui anche i vini delle aree colpite dal bradisismo, con le loro e gloriose cantine. Sono imprese che da mesi soffrono le difficoltà di un territorio meraviglioso e patrigno, dove il sottosuolo oltre a regalare un innesto sulfureo che si riflette in maniera meravigliosa nelle venature del nettare d’uva, ribolle e trema in maniera paurosa e condizionate per la vita stessa delle imprese» sottolinea Fiola.

«Per questo, nei giorni del Vinitaly e nelle prossime settimane, abbiamo organizzato incontri specifici con quelle realtà al fine di studiare interventi di sostegno ad hoc da mettere in campo. Quanto al futuro del vino di Napoli e provincia, che vive di mare e vulcani, non è escluso che il prossimo anno possa trovare spazio in una dimensione più ampia e diversa rispetto a quella in cui è attualmente ospitato. Questo dipenderà molto anche da chi sarà alla guida dell’ente regionale, che si avvia a un necessario e auspicabile ricambio al vertice».

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