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Pestaggio e “stesa” finale, una notte di violenza

Nell’inchiesta sono coinvolti giovani di Fuorigrotta e Pianura

 Pestaggio e “stesa” finale, una notte di violenza

NAPOLI. «Ci sono delle ragazze all’interno e poi c’è la fila da rispettare». Una frase pronunciata con educazione e tono calmo da uno studente universitario provocò il 1 febbraio scorso in un locale di Chiaia una reazione infernale, con un 21enne che estrasse una pistola e rispose a brutto muso: «Vuoi vedere che ti sparo in testa?», dando il via a un brutale pestaggio della vittima compiuto da lui e da 4 amici.

Il sesto componente del gruppo, tutti giovani di Fuorigrotta e Pianura già noti agli investigatori, avrebbe più tardi esploso in aria tra la folla alcuni colpi di pistola al termine di una lite in strada, a un centinaio di metri dal locale tra vico Belledonne e via Cavallerizza. Un caso grave, clamoroso perché nessuno ha mai denunciato in quella brutta notte, sia all’interno del bar “Ops” (che nulla c’entra nella vicenda) e l’esterno.

Eppure almeno 100 persone assistettero agli eventi, terrorizzate alla vista delle pistole. Ma i carabinieri, agendo su iniziativa dopo aver raccolto generiche dichiarazioni confidenziali, hanno indagato risolvendo ugualmente il caso. Così da ieri in tre si trovano dietro le sbarre: Antonio Izzo e Claudio Riccardo Garavini per le lesioni aggravate, Alessandro Faraon per la pubblica intimidazione commessa in strada con la “stesa”.

Mentre gli altri quattro indagati nell’inchiesta restano a piede libero: Ciro Battista, Elia Seta ed Emanuele Marotta, che parteciparono in maniera più defilata al pestaggio, e Luisa Donadio, titolare incensurata del locale, per favoreggiamento personale perché secondo l’accusa avrebbe fatto cancellare dall’impianto di videosorveglianza i filmati della serata. Tutti devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Le indagini sono state svolte dai carabinieri della compagnia Bagnoli con il coordinamento dalla Dda in quanto per l’accusa c’è stato un metodo mafioso. Investigatori e inquirenti hanno ricostruito con precisione il pestaggio sulla base delle immagini della telecamera interna, recuperate dai militari della VI sezione Cyber investigazione del reparto operativo di Napoli nonostante il file leggesse solo schermate nere.

Gli indagati agirono a volto scoperto e in maniera plateale così da essere riconosciuti: sono di Fuorigrotta e Pianura. Il giovane, studente universitario, stava festeggiando un compleanno con alcuni amici e si era intrattenuto con uno solo di essi per andare in bagno prima di lasciare il locale. C’era fila e a un certo punto notò che un giovane sui 20 anni l’aveva completamente saltata piazzandosi davanti all’ingresso come per entrare prima di tutti.

All’invito a rispettare il turno quest’ultimo aveva reagito con atteggiamento violento, minacciandolo e puntandogli alla testa una pistola: «Vuoi vedere che ti sparo. E mò ti sparo». Poi con il calcio dell’arma lo aveva colpito per quattro volte al cranio, facendogli perdere i sensi. A terra poi lo studente fu colpito con calci dagli amici del primo aggressore tra le urla dei presenti fino al momento in cui si riprese e uscì fuori.

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