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la strage
12 Aprile 2025 - 17:01
NAPOLI. Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi, si è costituito dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a sei anni per la strage del bus di Avellino, avvenuta nel luglio 2013, in cui morirono 40 passeggeri che erano a bordo quando il pullman precipitò dal viadotto dell'Acqualonga nel comune di Monteforte Irpino sull'autostrada A16 Napoli-Canosa. I giudici della quarta sezione penale della Suprema Corte hanno annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di due imputati, Confermate anche le condanne a 9 anni per Gennaro Lametta, proprietario dell'autobus, a 4 anni quella emessa nei confronti della ex dipendente della motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola e quelle nei confronti degli altri dirigenti e dipendenti del Tronco imputati.
ANCHE LAMETTA IN CARCERE. "Mi vado a costituire in carcere dove per questa vicenda entro per la seconda volta da innocente". Lo annuncia Gennaro Lametta, proprietario del bus precipitato la sera del 28 luglio del 2013 dal viadotto dell'Acqualonga nella zona di Monteforte Irpino, ad Avellino, uno dei più gravi incidenti stradali avvenuti in Italia in cui trovarono la morte 40 persone. Lametta, figura tra gli imputati che ieri la Cassazione ha condannato in via definitiva.
"Questa volta però - dice ancora Lametta, che durante il procedimento giudiziario è stato difeso dagli avvocati Sergio Pisani e Leopoldo Perone - ci vado con tutte le prove a mio favore per cui mi batterò fino alla fine per dimostrare la grave ingiustizia che sto subendo". Secondo Lametta e i suoi avvocati, infatti, il processo "ha dimostrato che l'autobus precipitò a causa di 30 anni di mancata manutenzione dei new Jersey da parte di Autostrade e che la causa della distacco della trasmissione non fu - afferma - una mia trascuratezza ma un sovraserraggio dei perni causato da un errore umano non certo mio, ma dei meccanici dell'officina autorizzata dove portai il bus prima del tragico incidente".
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