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Agguati e vendette: «Ora siamo uno a uno»

Il pentito “canta” sul ferimento del ras e l’omicidio Volpe: «E quando si sana una cosa del genere?»

Agguati e vendette: «Ora siamo uno a uno»

NAPOLI. «Ora siamo uno a uno». Il calcio applicato alla camorra nella frase attribuita a un esponente del gruppo Volpe di Fuorigrotta da Gennaro Alfano, ex pezzo grosso del clan Longobardi-Beneduce passato dal 2022 tra le file dei collaboratori di giustizia. «Dopo che spararono a Vitale Troncone, Gennaro (Volpe) tenne a precisare con me “ora siamo pari”. Senza specificare chi fosse stato a sparare a Vitale».

Con il gruppo di Pozzuoli avevano rapporti stretti di alleanza i Sorianiello della “99” del rione Traiano. Così Giovanni Alfano ha potuto riferire ai pubblici ministeri dell’Antimafia circostanze importanti per delineare al meglio lo scenario camorristico dell’area flegrea. Ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni del 27 febbraio 2023, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria.

«Peppe Mazzaccaro (uno dei ras della “99”, ndr) mi ha presentato Antonio Calone che comanda a Posillipo ma stava sempre nella “99”. Alfonso Buttafuori che era in guerra con Vitale Troncone nonché molti loro collaboratori stretti. So che Vitale Troncone ultimamente ha subito un agguato da parte del clan della 99, sparandogli in faccia (il 21 dicembre 2022, ndr), come mi è stato confermato da Simone Sorianiello. Nel 2022 Sorianiello mi ha chiesto di procurargli una macchina rubata per organizzare un agguato contro il figlio di Vitale Troncone e io gli ho portato una Fiat Punto rubata da Mimmo qualche tempo prima e che avevamo già utilizzato per fare una stesa».

Il 3 marzo 2023 Giovanni Alfano riferì altre vicende che riguardavano l’area flegrea tra Napoli e provincia. «Ricordo che a volte ho assistito a raggruppamenti di motorini con più persone armate, non tutte appartenenti alla “99” perché venivano anche da fuori. All’epoca c’era una guerra con i Troncone in quanto Gennaro (Volpe) mi disse che l’omicidio dello zio era riconducibile ai Troncone. Mi disse testualmente “e quando si sana una situazione del genere”». 

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