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16 Aprile 2025 - 10:20
“Napoli sempre più da record!”: così esordisce il post pubblicato il 12 aprile scorso dal sindaco Gaetano Manfredi sui suoi canali social, celebrando i numeri record del turismo in città tra Pasqua e il Primo Maggio 2025. Oltre un milione di turisti, un aumento del 20% rispetto al 2024, crescita delle presenze straniere (in testa Germania, Francia, UK, Polonia, Spagna e Svizzera), un aeroporto di Capodichino in piena espansione e un calendario fitto di eventi artistici e culturali. Una narrazione entusiasta che punta a consolidare Napoli come destinazione europea d’eccellenza. Il post trionfalistico attira però una pioggia di critiche: “Record di invivibilità”, commenta amaramente Massimiliano, sintetizzando lo sfogo di molti cittadini. Le lamentele si rincorrono, parlando di strade rotte, marciapiedi ingombri, sporcizia diffusa, traffico ingestibile e servizi pubblici carenti. Il turismo, sì, ma per chi? “Questo turismo non è strutturato – scrive Germana – manca un vero progetto di lungo raggio. Non si tutela l’identità della città, le botteghe storiche, il decoro urbano. Napoli è diventata una meta di ‘toccata e fuga’, dominata da un turismo basso-spendente che appiattisce l’offerta culturale”. Anche Claudio va giù pesante: “Per andare al porto dal centro storico si passa per via Porta di Massa e via Marina, che sono un letamaio. Le metro chiudono in anticipo, alcune stazioni sono fatiscenti, e la linea di Chiaia è una barzelletta”. E aggiunge: “Bisogna avere una faccia di bronzo per credere che questo milione venga a Napoli grazie all’attuale amministrazione”. Dietro i numeri esaltanti si nasconde un processo complesso e controverso: la turistificazione di Napoli. Mezzi pubblici sempre più inefficienti, aumentano i B&B, spesso in modo irregolare, mentre diminuiscono le case disponibili per i residenti I prezzi degli affitti schizzano alle stelle, spinti dalla domanda turistica e da un mercato sempre meno accessibile per chi a Napoli ci vive da sempre. “Crescono solo i disagi per i residenti”, lamenta Francesco. “Sporcizia, rumore, strade sempre più strette per fare spazio a dehors abusivi, offerta commerciale sempre più standardizzata sui gusti del turista mordi e fuggi. E i costi della vita sono aumentati vertiginosamente”. La Napoli popolare, creativa e autentica rischia di diventare un set permanente, venduto al miglior offerente per pochi giorni di permanenza senza mai considerare chi la città la vive ogni giorno. Il post di Manfredi elenca poi con enfasi mostre di arte contemporanea, il “Maggio dei Monumenti” e i festeggiamenti per Napoli 2500. Ma per molti cittadini, la realtà culturale appare povera di contenuti e progettualità. “Nessuna mostra culturalmente valida da anni – scrive Germana – e zero piani per contrastare l’abusivismo o sostenere il piccolo commercio”. Anna rincara la dose: “Villa Comunale in degrado, giardini del Palazzo Reale irraggiungibili, spazi verdi per i bambini inesistenti. Ma per fortuna c'è Maradona, il sole e la pizza fritta: più democratico di così che c’è?”. Sì, Napoli attrae milioni di visitatori. Ma la città è pronta a gestire questa mole? E soprattutto: chi trae davvero vantaggio da questo boom turistico? Per il momento, questa Napoli da record sembra piacere solo a pochi e scrollando i quasi 500 commenti sotto il post diventa chiaro quanto sia necessario pensare a un modello di sviluppo più equo, sostenibile e centrato sui cittadini per costruire anche una città da vivere che soltanto una cartolina da vendere a buon mercato.
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