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Camera di commercio
16 Aprile 2025 - 11:39
Ciro Fiola
NAPOLI. «Chi oggi si lamenta di non essere rappresentato in consiglio camerale dovrebbe avere l'onestà intellettuale di dire perché è stato escluso dalla procedura. Ovvero per gravi irregolarità, mendacità (carte false, falsi associati, numeri al lotto) e per carenza di rappresentatività». Così il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola, in quella che ha definito “conferenza stampa verità” sulla procedura che ha portato, a valle di ricorsi e controricorsi e tre commissari che per un anno si sono succeduti alla guida della Camera di Commercio, alla sua rielezione.
Fiola risponde così alle accuse mosse dalle associazioni storiche, guidate da Unione industriali, Confcommercio e Acen che due settimane, all’indomani dell’insediamento di Fiola, spiegarono di «non riconoscere il risultato elettorale perché viziato da anomalie tese a comprimere la rappresentatività delle associazioni storiche».
Una realtà che, nella visione di Fiola è completamente ribaltata. Il presidente della Camera di Commercio presenta un documento lungo 14 pagine in cui, associazione per associazione, riscostruisce i motivi di esclusione e i vari ricorsi e controricorsi avvenuti. «Bisogna ringraziare il Rup e i tribunali amministrativi - dice Fiola - per avere evitato una vera e propria truffa ai danni delle imprese. Ciò che fa riflettere è come sia stato possibile che in altre province, ovvero Caserta e Salerno, agli stessi sia stata data la possibilità, oggi, addirittura di governare le camere di commercio locali. Per questo abbiamo inviato denunce e un corposo fascicolo alla Regione Campania affinché intervenga per sanare questa grave irregolarità».
Fiola, durante il suo intervento nel "Salone delle Grida" dell'ente camerale, ha anche risposto alle accuse lanciate da un gruppo di associazioni datoriali: «A chi parla di mancanza di rappresentatività da parte delle associazioni che mi sostengono - ha detto il presidente della Camera di Commercio - rispondo che quando noi ci associavamo a Confindustria loro non erano nemmeno all'orizzonte. Ho ricoperto ruoli importanti negli organismi di Confcommercio, Ascom, Camera di Commercio e mi fa male vedere in che condizioni abbiano ridotto quelle antiche associazioni. Devono fare un esame di coscienza e cambiare tutto, partendo dai vertici. Per la Camera di Commercio hanno cinque anni per organizzarsi».
Ma Fiola ha anche delineato le strategie per il futuro, immaginando ciò che potranno rappresentare le camere di commercio e in che modo superare meccanismi desueti e anacronistici, lanciando anche un appello al ministro delle Imprese e del Made in Italy: «Per prima cosa non si faccia abbindolare dalle chiacchiere - ha detto Fiola -; secondo, lavori insieme a noi per dare attuazione a una legge già esistente che consentirebbe l'elezione diretta nelle Camere di Commercio, superando un sistema che non funziona più, fuori tempo e che genera contrasti. Noi ci siamo, siamo pronti. A differenza di chi non vuole cambiare, ha paura e continua ad abbaiare alla luna».
La sfida tra le associazioni guidate da Fiola e quelle “storiche” va avanti anche davanti alla giustizia amministrativa. Il prossimo appuntamento è un ricorso presentato dall’Aicast che potrebbe mettere in discussione anche l’unico seggio conquistato dalle associazioni storiche. Ma l’Unione industriali ha a sua volta presentato un altro corposo ricorso al Tar su tutti i documenti e le procedure che hanno portato all’elezione di Fiola.
«Il presidente della Camera di Commercio nella conferenza stampa di stamane ha presentato ricostruzioni prive di fondamento», dice intanto il presidente dell’Acen Angelo Lancellotti. «Se Fiola fosse stato così certo della legittimità della nostra esclusione, perché gli uffici competenti non hanno provveduto a comunicarcela per tempo, durante la regolare procedura, consentendoci di fare ricorso? Invece - continua Lancellotti - il Rup ha preferito omettere tale comunicazione, ledendo gravemente i nostri diritti, pur di inviare alla Regione - ente sovraordinato - numeri non veritieri, molto distanti dalla reale rappresentatività dell'Acen». Il presidente di Confcommercio Campania Pasquale Russo, invece, parla di una «Camera delegittimata nella rappresentanza e un presidente che non ha nulla a che spartire con il mondo delle imprese.
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