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Il dramma
18 Aprile 2025 - 08:18
Nel riquadro Carmine Parlato, una delle vittime
CASTELLAMMARE DI STABIA. Quattro morti e un uomo ferito grave, oltre a nove persone tratte in salvo, è questo il bilancio della tragedia consumatasi sulla funivia del Faito. Tra le vittime c’è Carmine Parlato, 59enne macchinista dell’Eav, napoletano di origine ma residente da tempo a Vico Equense
Ad annunciare la morte di Parlato è stata la Cgil in una nota dei segretari della Filt e generale per Napoli e la Campania, Angelo Lustro e Nicola Ricci. La moglie si è recata subito sul posto appena appresa la notizia. Le altre tre vittime sono turisti stranieri: una coppia di turisti britannici e un’israeliana.
La Procura di Torre Annunziata, con il procuratore Nunzio Fragliasso che si è recato immediatamente sul luogo dell’incidente, con l’aggiunto Giovanni Cilenti e il sostituto Giuliano Schioppi, ha aperto un fascicolo sull’accaduto, al momento contro ignoti: le ipotesi di reato sono quelle di omicidio colposo plurimo e disastro colposo mentre le indagini sul posto sono condotte dagli agenti della polizia di Stato del Commissariato di Castellammare di Stabia.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, la tragedia si è consumato quando un cavo si è spezzato cadendo per una parte sulla linea ferroviaria della Circumvesuviana e per un’altra su un’abitazione provocando l’interruzione della circolazione ferroviaria tra le stazioni di Pioppaino e Castellammare di Stabia.
I vigili del fuoco hanno tratto in salvo i nove occupanti della cabina a valle, rimasta sospesa nel vuoto a una ventina di metri: i viaggiatori sono stati imbragati e calati a terra uno a uno e sono stati salvati dal funzionamento del freno di sicurezza. Tra loro quasi tutti turisti stranieri che sono stati sentiti dalla polizia.
Nella cabina a monte non c’è stato scampo per quattro occupanti: tre sono deceduti mentre un tursta israeliano è ricoverato intubato in Rianimazione all’Ospedale del Mare con fratture agli arti inferiori mentre della diagnostica eseguita su cranio e addome non risulterebbero altri danni.
«Nessuno può dire nulla in questo momento, però il rigore con cui questa indagine è partita credo che sarà foriero di notizie. Non certamente questa sera, nei giorni futuri certamente sì» ha detto il prefetto Michele di Bari, dopo essere arrivato sul luogo della tragedia con il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, e il governatore Vincenzo De Luca. Ed è stato convocato il Centro di coordinamento soccorsi: «L’intervento dei soccorritori è stato tempestivo ed efficace, ringrazio tutte le forze dell’ordine».
Il tutto mentre dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali fanno sapere che l’impianto nel mese di marzo dello scorso anno era stato sottoposto a verifiche da parte degli ispettori «come previsto dalla normativa vigente che stabilisce l’obbligo di ispezioni dirette sugli impianti ogni tre anni».
E per i controlli di quest’anno «in linea con quanto previsto dai regolamenti, la società esercente Eav ha trasmesso in data 8 aprile 2025 tutta la documentazione necessaria, comprensiva dell’esito dei controlli manutentivi ordinari e straordinari, nonché delle prove non distruttive eseguite sui cavi. Tali verifiche -sono state accompagnate da apposite relazioni firmate dal direttore di esercizio, che assevera la piena idoneità dell’impianto alla prosecuzione dell’attività in sicurezza. Tutte le dichiarazioni, relazioni tecniche e documentazione di supporto - sia da parte del direttore di esercizio dell’esercente sia da parte dei tecnici incaricati per la manutenzione - sono state regolarmente acquisite agli atti da Ansfisa». E una delegazione di Ansfisa, composta da funzionari e tecnici esperti, si è recando sul posto per effettuare ulteriori accertamenti.
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