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Il caso

Caos stipendi al Policlinico Federico II

Proteste dei giovani ricercatori e l’appello del presidente Giovanni Esposito contro tagli ritenuti ingiusti

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Il Policlinico Federico II di Napoli

NAPOLI. C’è aria di guerra e grande delusione nell’area della Medicina della Federico II a seguito di un evento in realtà assai insolito e cioè la riduzione degli emolumenti stipendiali dei ricercatori, vale a dire della parte più giovane del personale in servizio presso il Policlinico di Cappella Cangiani, noto in città come Nuovo Policlinico, tanto da provocare oltre alle proteste degli interessati l'intervento accorato e energico di Giovanni Esposito, presidente della scuola di Medicina e Chirurgia.

Questi giovani ricercatori sono sì personale universitario al pari dei ricercatori di Matematica, Fisica, Storia, Filologia… ma in più sono obbligati a svolgere attività assistenziale a favore dei malati in cura presso il Policlinico e devono garantire 26 ore settimanali di attività distribuite in cinque giorni nell’ambito delle attività ospedaliere e cioè un impegno molto corposo che peraltro rende più complesso effettuare ricerca e didattica di quando non lo sia per i loro colleghi delle altre aree scientifiche e a fronte di ciò, a differenza degli altri ricercatori di ateneo, quelli di area medica percepiscono una sorta di assegno integrativo a carico delle casse regionali e non universitarie.

IL PROTOCOLLO D’INTESA. I rapporti tra l’Università e la Regione in ambito sanitario sono regolati da “un protocollo d’intesa” rinnovato periodicamente e sottoscritto dal rettore e dal presidente della Regione e per effetto dell’ultimo protocollo si è abbattuta sui medici più giovani, la tagliola della riduzione stipendiale conseguente adadeguamenti a normative nazionali ma non per questo meno illogica e dolorosa.

Il presidente della scuola Giovanni Esposito si è rivolto direttamente al presidente della Regione paventando il rischio che i giovani ricercatori dell’ateneo, tutti o in parte, possano abbandonare l’università per le strutture ospedaliere private che garantirebbero loro condizioni retributive più vantaggiose con conseguente danno enorme per l’attività didattica, scientifica e assistenziale del policlinico e, detto per inciso, il nuovo presidente della scuola Giovanni Esposito, a prescindere da questa ultima vicenda che vede coinvolti i più giovani, sta operando su larga scala con impegno e lungimiranza per recuperare quella posizione di prestigio nell’ambito della sanità cittadina, regionale e nazionale che il Policlinico sembra avere perduto lungo decenni di declino e in molte aree, infatti, il Policlinico federiciano non è più il riferimento principale dei cittadini che sempre più spesso gli preferiscono altre strutture ospedaliere, pubbliche o private, in città o in provincia a parte quelli che alimentano la piaga dell’emigrazione dei malati fuori regione, ciò pur restando nell’ambito della ricerca scientifica l’area medica della Federico II una struttura di assoluta eccellenza.

LA NUOVA VISIONE. La forza di Giovanni Esposito sembra essere quella di muoversi avendo una visione, sapendo che cosa vuole fare e dove vuole arrivare e tutti sanno che il successo in politica in generale, e nella politica accademica in particolare, può arridere soltanto a chi mette in campo una visione e nel farlo utilizza anche il lavoro che già i suoi ultimi predecessori avevano messo in campo per esempio, immaginando l’attivazione del pronto soccorso tematica antica e complicata, ed Esposito sta operando con grande saggezza senza rinnegare nulla e nessuno e senza rinunciare ai passi avanti già compiuti con il lavoro di chi lo ha preceduto.

IL DANNO. Come sempre accade in questo tipo di operazioni le difficoltà nascono più che altro all’interno della struttura, dal fastidio che cercano di dare personaggetti di infimo valore culturale e umano che passano il tempo a gironzolare e spettegolare, orfani inconsolabili di immeritate posizioni di potere negli organismi accademici utilizzate per anni in forma privatistica e fondamentalmente per gestire la squallida distribuzione di posti ruolo finalizzata all’ampliamento del proprio personale potere, i quali ormai fuori, per fortuna, dalle stanze decisionali sono impegnatissimi a seminare in loco inciuci, criticare, cercare di collezionare scontenti per contrastare la meritoria politica di rinnovamento messa in campo e per comprendere quanto questi personaggetti abbiano procurato danno al sistema universitario basterebbe conteggiare il numero dei concorsi a posti di ogni livello in ambito universitario nei quali sono stati commissari gestendone quindi gli esiti, un fenomeno assolutamente scandaloso e sul quale è inutile sperare che ci sia finalmente un giudice a Berlino.

Tornando alla vicenda dalla quale siamo partiti bene ha fatto Giovanni Esposito a farsi portavoce del disagio e del disappunto dei più giovani operatori dell’area medica sul cui lavoro si regge, grandissima parte dell’attività, cosa della quale Esposito è ben cosciente, come è ben cosciente che senza il contributo dei giovani, senza il loro entusiasmo e la loro capacità di lavoro nessun rinnovamento, nessun rilancio sarebbe possibile, e quindi l’università, e il Policlinico, sarebbero destinati ad un declino definitivo vanificando i suoi sforzi, come già detto assai meritevoli, per riportare l’attività assistenziale della Federico II ai livelli di assoluta eccellenza che sono nelle sue potenzialità.

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