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Terra dei fuochi
19 Aprile 2025 - 16:28
Un deposito di scarti tessili nascosto tra le campagne di San Gennaro Vesuviano, nel Napoletano. Un opificio apparentemente anonimo, trasformato in un punto di accumulo abusivo di rifiuti speciali, senza tracciabilità né smaltimento. È lì che si è concentrata l’azione dei Carabinieri Forestali del Nucleo di Roccarainola, impegnati in prima linea nella più delicata tra le missioni ambientali del Paese: il controllo della Terra dei fuochi.
Il sequestro non è un episodio isolato, ma parte di un piano strutturato disposto dal Prefetto di Napoli Michele di Bari, con il coordinamento dell’incaricato del Ministero dell’Interno, Ciro Silvestro. Eseguito con il supporto dell’Esercito, l’intervento ha portato alla denuncia del titolare – un cittadino originario del Bangladesh – per gestione illecita di rifiuti, secondo quanto previsto dal Testo unico ambientale (D. Lgs. 152/2006).
Ma dietro la cronaca c’è molto di più. C’è una macchina investigativa silenziosa ed efficace che, negli anni, ha affinato metodi, tracciamenti, controlli incrociati. I Forestali, oggi riuniti nell’Arma, rappresentano la prima linea del contrasto al degrado ambientale in una delle aree più esposte del Mezzogiorno, simbolo delle contraddizioni italiane tra eccellenze e abbandoni. In questo scenario, ogni controllo assume valore strategico.
Perché in Terra dei fuochi non si combatte solo contro i roghi illegali o lo smaltimento abusivo, ma contro un sistema che punta sulla marginalità, sull’invisibilità. Un opificio fuori norma diventa allora non solo un problema sanitario, ma un’anomalia nel tessuto economico e civile. La Campania resta sorvegliata speciale, ma l’azione dei Carabinieri Forestali restituisce uno sguardo di fiducia e una prova di tenuta istituzionale.
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