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La visita
21 Aprile 2025 - 10:55
Papa Francesco a Scampia nel 2015
Dieci anni fa, il 21 marzo 2015, Napoli si fermò per accogliere con entusiasmo e speranza il suo ospite più atteso: Papa Francesco. La visita del Pontefice al quartiere di Scampia, un’area simbolo delle sfide sociali, rappresentò un momento di forte significato spirituale e civico. Con il saluto affettuoso «'A Madonna v’accumpagna», mutuato dal cardinale Sepe, il Papa iniziò una giornata memorabile, lasciando un segno indelebile nel cuore dei napoletani.
L'ARRIVO A SCAMPIA
Alle 9:15, proveniente da Pompei in elicottero, Papa Francesco atterrò nel campo sportivo comunale di Scampia, incontrando subito l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, e le autorità locali, tra cui il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il prefetto Gerarda Pantalone e il sindaco Luigi De Magistris. La sua visita si concluse con un corteo in papamobile, tra due ali di folla entusiasta, fino a raggiungere Piazza Giovanni Paolo II, cuore pulsante del quartiere.
L’incontro fu un momento di condivisione con la popolazione e le diverse categorie sociali rappresentate: giovani immigrati, lavoratori, professionisti, rappresentanti della cultura, della legalità, e del mondo del lavoro. Una delle immagini più toccanti fu il lancio di un appello al Papa per fermare i roghi tossici che devastano l’area, simbolo delle problematiche ambientali e sociali di Scampia.
UN MESSAGGIO DI SPERANZA E IMPEGNO SOCIALE
Durante il suo discorso, Papa Francesco volle mettere in evidenza la forza della speranza e della resilienza di Napoli e dei suoi abitanti. Ricordò che Napoli, nonostante le difficoltà, non è mai stata triste, ma sempre viva di allegria, cultura e fede. «Una città che produce una cultura di vita che invita sempre a rialzarsi dopo ogni caduta», disse il Papa, sottolineando come il male non possa avere l’ultima parola.
Il Pontefice affrontò temi cruciali come la dignità umana, il lavoro, l’immigrazione e la lotta alla corruzione. Parlò di come la mancanza di lavoro, soprattutto tra i giovani, metta a rischio il senso di dignità e di speranza. «Dobbiamo difendere la nostra dignità: questo è il nostro tempo», affermò, invitando tutti a non rimanere zitti di fronte alle ingiustizie.
Un passaggio centrale del suo messaggio fu rivolto alla lotta contro la corruzione, che «puzza», come usò il termine colloquiale, e che corrode i valori della società e della fede cristiana. «Se noi troviamo un animale corrotto, è brutto, ma puzza», disse, sottolineando che anche la società e le persone, se attraversate dalla corruzione, perdono di purezza e di speranza.
NAPOLI PRONTA A RISORGERE
Papa Francesco ribadì che Napoli è sempre pronta a risorgere, forte della sua storia, della sua religiosità e della sua gioia di vivere. La sua speranza è che tutti imparino a parlare una lingua dolce come quella dei napoletani, fatta di fede, pietà e speranza.
Chiudendo il suo discorso, il Papa invocò la protezione di San Gennaro e benedisse le famiglie e il quartiere di Scampia, lasciando un messaggio di fede e di unità: «Non vi dimenticate di pregare per me».
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