Tutte le novità
CASTELLAMMARE DI STABIA. Serrande dei negozi abbassate e bandiere a mezz’asta al Comune per il lutto cittadino osservato in occasione del funerale dell’operatore della Funivia del Faito, Carmine Parlato, morto nel crollo della cabina il 17 aprile scorso. Dall’altare la vedova della vittima ha raggelato i presenti con un duro atto di accusa e la richiesta di giustizia, parlando del marito al termine del rito funebre, durante il quale l’Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, aveva esortato tutta la comunità a risollevarsi dal lutto e dal pianto, per unirsi nel dolore ma poi – ricordando Papa Francesco- a “Non farsi rubare la speranza”.
Ben diversi i toni della vedova Parlato: “Mi rivolgo ai suoi colleghi, partendo dall’ultimo al primo, a chi doveva proteggere i suoi dipendenti e i suoi viaggiatori, di assumersi ognuno le proprie responsabilità, con coscienza e onestà. Non solo in quella circostanza, ma soprattutto per “il prima” – ha detto Elisa - Quello che è successo non può essere la conseguenza di quel momento. Non possiamo accettare la fatalità o come si dice “era giunta l’ora”. No. Carmine e i viaggiatori, altrimenti, non sarebbero morti”. Le parole sono risuonate forti e decise in un silenzio totale tra gli oltre 300 presenti in cattedrale: istituzioni e cittadini e tantissimi dipendenti dell’Eav, Ente Autonomo Volturno che gestisce il servizio di trasporto ora sotto sequestro da parte della Procura. Di Torre Annunziata che indaga. La signora Elisa aveva letto l’ultimo affettuoso messaggio del marito, rivoltole come augurio solo un mese fa, in occasione del loro 25esimo anniversario di matrimonio. Un lungo applauso commosso sembrava avere concluso la cerimonia funebre, quando la donna ha ripreso fiato e ha rivolto il suo lungo j’accuse, pronunciato con lentezza e con la voce ferma di chi pretende giustizia.
“A noi tocca sopravvivere a questo dolore immane, di oggi, domani e per tutti i giorni della nostra vita – ha ripreso dall’altare la signora Elisa - La morte di Carmine e della altre vittime, un sincero e doveroso pensiero va anche a loro, che in quel momento erano la sua famiglia, merita risposte”.Il silenzio è calato nella cattedrale. “Queste vite spezzate, chi stava portando il pane a casa e chi in un momento piacevole, lontano dal proprio Paese, visitando un vanto della nostra città non devono rappresentare un clamoroso fatto di cronaca, che dopo qualche tempo finirà nel dimenticatoio, bensì sia un punto di svolta tra passato e futuro”.“Mi rivolgo ai suoi colleghi, partendo dall’ultimo al primo, a chi doveva proteggere i suoi dipendenti e i suoi viaggiatori, di assumersi ognuno le proprie responsabilità, con coscienza e onestà – ha continuato la vedova di Carmine Parlato - Ma non solo in quella circostanza, soprattutto per ‘il prima’. Quello che è successo non può essere la conseguenza di quel momento. Non possiamo accettare la fatalità o come si dice ‘era giunta l’ora’. No. Carmine e i viaggiatori altrimenti non sarebbero morti”.
“Questo mio grido di dolore rappresenta la voce di Carmine il primo passo della giustizia che non ce lo ridarà – ha sottolineato alzando il tono di voce - ma un sollievo per noi affinché chi, con negligenza e leggerezza ha messo a repentaglio al vita di esseri umani, ne risponda. Ora è finito il momento dei plausi per la persona di Carmine, sicuramente graditi, li aggiungeremo ai nostri, serbandoli nel profondo del nostro cuore. È il momento delle risposte ai nostri perché e della verità. È il momento di chi si reputa amico, e collega sincero, di dimostrarlo con i fatti oltre alle parole. Carmine sarò la tua voce. È una promessa che ti faccio e manterrò fino alla fine dei miei giorni”.
Alla cerimonia erano presenti i sindaci delle due città colpite dalla vicenda, di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, e di Vico Equense, Giuseppe Aiello, il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, i deputati Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, in rappresentanza della Città Metropolitana, il sindaco di Meta, Giuseppe Tito. Anche il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha preso parte al funerale. "Noi dobbiamo affidarci con fiducia agli organi inquirenti che stanno agendo in maniera encomiabile e rapida. E noi tutti attendiamo la verità – ha commentato alla fine della cerimonia funebre - questo è però il momento "di essere accanto alla famiglia", di dare la solidarietà "alla moglie e al figlio" della vittima. E' il momento in cui vengono in tante situazioni e ci si chiede il perché".