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Faida delle Case Nuove, il ras Rullo era nel mirino

Il boss, prima di andare al 41 bis, ha rischiato grosso: «Volevano ucciderlo»

Faida delle Case Nuove, il ras Rullo era nel mirino

Nei riquadri il boss Nicola Rullo “’o ’nfamone” e il ras scissionista dei Contini Emmanuele Marigliano

NAPOLI. Un boss nel mirino. Nicola Rullo, storico “colonnello” dei Contini nella zona del Vasto-Arenaccia, nonostante i “gradi” di capoclan avrebbe rischiato grosso. Il 50enne ras conosciuto come “’o ’nfamone”, almeno fino al suo ultimo recentissimo arresto era violentemente entrato in rotta di collisione con la paranza capeggiata dal ribelle Emmanuele Marigliano, in passato sua alleata.

La contrapposizione tra i due gruppi in pochi mesi era divampata, portando inquirenti e investigatori a registrare diverse sparatorie e agguati soprattutto nella zona delle Case Nuove. La gang del giovane ras Marigliano non si sarebbe però accontentata di mettere sotto pressione Rullo: «Erano in procinto di ucciderlo».

L’inquietante retroscena emerge dalle annotazioni riportate all’interno del decreto ministeriale che pochi giorni fa, come anticipato dal “Roma”, ha nuovamente portato Nicola Rullo al 41 bis. Proprio in seguito all’ultima scarcerazione di “’o ’nfamone” «per motivi non ancora meglio chiariti, ma verosimilmente legati al contrasto che si era venuto a creare tra i Marigliano e la famiglia Moffa, mutavano gli equilibri sul territorio, creando forti fibrillazioni cui seguiva una scissione interna del gruppo in origine riconducibile a Patrizio Bosti jr. In tal senso veniva registrato un allontanamento di Emmanuele Marigliano e di E.S. (un suo fedelissimo minorenne, ndr), che si erano imposti sul territorio proprio in contrapposizione a Nicola Rullo».

Entrando nel merito della faida, «la fibrillazione era verosimilmente da ricondurre all’episodio del tentato omicidio di Nicola Giuseppe Moffa, figlio di Giuseppe Moffa. La famiglia Moffa risulta criminalmente legata proprio a Rullo, come emerge dalla recente vicenda che ha visto quest’ultimo coinvolto insieme ad altri soggetti, tra cui Giuseppe Moffa, in un violente episodio di sequestro di persona a scopo di estorsione».

All’interno del decreto firmato dal guardasigilli Carlo Nordio viene dunque riportata un’altra informazione scottante, frutto delle informazioni raccolte negli ultimi mesi dagli investigatori dell’Antimafia: «A seguito di fonte confidenziale che indicava Emmanuele Marigliano ed E.S. come soggetti che erano in procinto di ucciderlo, veniva eseguita una perquisizione in un locale di via Capasso 26».

Il controllo si era poi concluso con esito negativo, non essendo stata trovata in casa alcuna arma, ma i due “sospettati” avevano riferito ai carabinieri della compagnia Stella, che avevano proceduto al controllo, «di essere a conoscenza di essere bersaglio di Nicola Rullo e di essere comunque pronti a reagire».

Una vera escalation di raid e tensioni che aveva anche portato alla creazione di alcune pagine social, soprattutto su TikTok, le quali confermavano la violenta contrapposizione in corso tra il clan Contini, in quel momento retto da “’o nfamone”, e la paranza Marigliano con base alla Case Nuove. In poche settimane una sfilza di arresti ha poi però decapitato entrambe le organizzazioni.

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