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Camorra
29 Aprile 2025 - 08:59
Nei riquadri gli imputati Nicola Rullo, Maria Rullo, Ciro Carrino, Giuseppe Moffa, Gabriele Esposito e Marcello Madonna
NAPOLI. Rapiti e massacrati di botte per intascare una tangente da 375mila euro, il commando di sequestratori diretto dal boss del clan Contini Nicola Rullo verso la stangata. Dopo la sfilza di arresti ottenuta nell’autunno scorso, la Procura antimafia lancia il nuovo sprint e per dodici neo imputati il processo è adesso dietro l’angolo.
Il giudice per le indagini preliminari Antonino Santoro, accogliendo la richiesta della Dda, ha disposto il giudizio immediato per il ras dell’Arenaccia e i suoi fedelissimi. L’appuntamento in aula è fissato per il 24 giugno davanti alla terza sezione della Corte d’assise di Napoli.
Alla sbarra andranno, oltre a Nicola Rullo “’o nfamone”, Ciro Carrino, Rosario De Tommaso, Caro Di Maio “’o nano”, Gabriele Esposito, Assunta Giuliani, Giovanni Giuliani, Marcello Madonna, Giuseppe Moffa, Salvatore Pisco, Armando Reginella e Maria Rullo (sorella del ras). Salvo inattesi colpi di scena, tutti gli imputati potrebbero però chiedere, da qui alle prossime due settimane, di essere processati con il rito abbreviato, puntando così a un sostanzioso sconto di pena in caso di condanna.
Il collegio difensivo sarà invece composto dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone, Roberto Saccomanno, Andrea Imperato, Raffaele De Rosa, Angelo Riccio, Claudio Botti, Fabio Visco, Ivan Filippelli, Antonio Del Vecchio e Vincenzo Strazzullo. Nel mirino del clan Contini erano finiti due imprenditori: Pietro Gagliotta e il padre Carlo Gagliotta. Dal primo, in particolare, la cosca pretendeva la consegna di 375mila euro per un debito che sarebbe stato contratto con Marcello Madonna.
Quelle che ne scaturì, tra il 26 e il 27 settembre scorsi, fu un feroce duplice sequestro di persona. Il primo a essere rapito fu Pietro Gagliotta, attirato con una trappola in un appartamento di via Nuova del Campo, a Poggioreale, e rapinato di telefono, carta di credito e 1.070 euro. Il massacro sarebbe poi iniziato con l’arrivo in casa del boss Nicola Rullo, che dopo aver minacciato la vittima, l’avrebbe più volte colpita prima con un martello e poi con un sampietrino.
Al pestaggio avrebbe preso parte anche Gabriele Esposito, mentre nell’immobile, risultato nella disponibilità di Assunta Giuliani, erano comunque presenti anche altre persone, tra cui Salvatore Pisco e Armando Reginella. A darebbe l’appuntamento alla vittima sarebbe stato invece Marcello Madonna. Poi è arrivato nell’appartamento anche il padre di Pietro e pure a lui vennero rivolte minacce e violenze, persino con un colpo di martello al petto.
In seguito Carlo Gagliotta, ridotto a una maschera di sangue, fu trasferito a Castel Volturno, all’interno del Parco Fontana Bleu, dove fu medicato. A tarda notte, intorno all’1,30, la fine dell’incubo, con la vittima letteralmente scaricata davanti il pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli. Moffa e De Tommaso avrebbero svolto il ruolo di vedette, mentre Reginella, Maria Rullo e Pisco avrebbero assistito alle fasi finali del rapimento.
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