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Il processo
30 Aprile 2025 - 09:23
Nella foto il sit-in organizzato ieri mattina davanti il tribunale minorile; nei riquadri la vittima Santo Romano e la maglietta indossata dalla fidanzata
NAPOLI. Rabbia e minacce nonostante la condanna a quasi diciannove anni inflitta al babykiller. Ha incassato 18 anni e 8 mesi per l’omicidio aggravato dai futili motivi di Santo Romano, il 17enne che la notte tra l’1 e il 2 novembre scorsi, all’apice di una rissa scoppiata per una scarpa sporca, ha sparato e ucciso con un colpo di pistola al petto la 19enne promessa del calcio.
Una pena che, sebbene superiore alla richiesta del pm Ettore La Ragione (17 anni) e molto vicina al massimo che il tribunale avrebbe potuto infliggere tenuto conto dello riduzione per la scelta del rito abbreviato, ha lasciato con l’amaro in bocca a chi ha perso un figlio, un fratello, un fidanzato.
Un’ira sfogata anche in malo modo, con parole pesanti e minacce di morte. «La giustizia ha fallito di nuovo, è uno schifo: per questo i minorenni continuano ad ammazzare», ha urlato Filomena De Mare, la madre della vittima, una volta all’esterno del tribunale di viale Colli Aminei dove una folla di amici e parenti, l’Esercito di Santo, come si sono autoproclamati, la stava attendendo.
Il fratello del ragazzo ucciso non ha saputo trattenersi: già alla lettura del dispositivo in aula ha rivolto parole violente sia al 17enne che ha sparato, sia alla sua famiglia. Frasi pesantemente minacciose poi pronunciate anche fuori alla cittadella giudiziaria.
La dinamica di quello che è accaduto quella drammatica notte a San Sebastiano al Vesuvio è stata ricostruita dai carabinieri e dalla Procura per i Minorenni: la rissa sfociata in omicidio è scattata solo per un paio di scarpe sporcate, i cosiddetti futili motivi, così come accadde a Mergellina in occasione dell’omicidio del diciottenne pizzaiolo Francesco Pio Maimone.
E come Pio anche Santo è stato raggiunto da un colpo in pieno petto che non gli ha lasciato scampo. Ai Colli Aminei ieri pomeriggio erano in tanti ad aspettare il verdetto, anche gli studenti dell’istituto “Archimede” dove Santo, promettente portiere di calcio, studiava.
Con loro le altre mamme unite dallo stesso triste destino di Filomena, come Concetta Napoletano, madre di Francesco Pio Maimone, e Natascia Lipari, la mamma di Simone Frascogna, lo studente di 19 anni ucciso a Casalnuovo il 3 novembre 2020 con 9 pugnalate.
Da lei sono arrivate parole veementi: «Lo Stato non ci tutela», ha detto, invocando le più dure leggi americane. «Un omicidio senza alcun senso - commenta invece l’avvocato Massimo De Marco, che con il collega Marco De Scisciolo ha assistito la famiglia Romano - Purtroppo la legislazione minorile prevede pene contenute. Qualsiasi pena non sarebbe comunque un risarcimento o un ristoro per la perdita di una persona, ma c’è soddisfazione perché è stata accertata senza ombra di dubbio la responsabilità dell’imputato, senza alcun travisamento della dinamica, compresa l’aggravante dei futili motivi».
Simona, la fidanzata di Santo, ha invocato il sostegno anche di chi non ha subito un lutto: «Non dobbiamo combattere solo noi. La nostra battaglia prosegue», il suo appello.
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