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Stadio Maradona, residenti preoccupati per l'apertura del terzo anello

La protesta: «Nel 2004 intere famiglie scesero in strada per il terrore delle vibrazioni prodotte dal saltellamento dei tifosi durante una partita di calcio. Oggi a distanza di anni con il rischio sismico la situazione è diventata insopportabile»

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NAPOLI. Rischio sismico e sicurezza pubblica. Preoccupa la riapertura del terzo anello dello stadio Maradona di Fuorigrotta. Lo sanno bene i residenti che vivono in edifici adiacenti sottoposti a continue vibrazioni, pari a scosse sismiche, già solo dal passaggio di veicoli e bus. Qualora venga ripristinato sarebbe un grave pericolo per le strutture abitative sottoposte a continue scosse con l’attuale ripresa dell’attività bradisismica che si aggiungerebbe a quelle prodotte dal terzo anello. A raccontarlo sono gli stessi residenti che vivono continuamente in allerta.«Nel 2004 intere famiglie scesero in strada per il terrore delle vibrazioni prodotte dal saltellamento dei tifosi durante una partita di calcio. Oggi a distanza di anni con il rischio sismico la situazione è diventata insopportabile».

Quella circostanza di 21 anni fa rimasta impressa nella memoria richiese necessario l’intervento di tecnici dell’Università Federico II, su richiesta del Comune, per controllare le vibrazioni prodotte dal terzo anello d’acciaio, che da allora fu interdetto e dichiarato inagibile. Quindi, se da un lato l'espansione della capacità dell'impianto può sembrare un passo positivo per il calcio napoletano, dall'altro porta con sé numerosi rischi e sfide significative in termini di sicurezza pubblica, in particolare in un'area geologicamente sensibile come quella di Napoli. Le vibrazioni causate dalle strutture dello stadio, insieme alla continua attività bradisismica e all'aumento del numero di spettatori, potrebbero compromettere non solo la stabilità degli edifici circostanti, ma anche la sicurezza in caso di emergenze.

Un altro aspetto critico sollevato dai residenti è l'aumento del numero di tifosi allo stadio che, in caso di scosse o situazioni di emergenza, potrebbe generare una pressione significativa sulle vie di fuga e sugli accessi. A fronte di questi rischi, le autorità hanno avviato rilievi tecnici sulla struttura, ma, come sottolineato dai residenti, questi studi vengono eseguiti senza la presenza del pubblico.«Ci chiediamo se l’assessore alle Infrastrutture del Comune Cosenza, e Nino Simeone presidente comunale della Commissione Infrastrutture, tifosi del Napoli, si siano resi conto della reale situazione».

Una questione che emerge con forza in tal senso è la carenza di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità locali e del club, e se ne sia informata la Soprintendenza. I residenti, i tifosi e la cittadinanza in generale hanno il diritto di sapere quali misure di sicurezza vengono adottate per affrontare questi rischi. La riapertura del terzo anello e di altri lavori come l’eliminazione della pista di atletica comporta una serie di sfide che devono essere risolte prima di qualsiasi riapertura al pubblico, e una comunicazione chiara da parte del Comune e del club potrebbe essere la chiave per alleviare le preoccupazioni.

«Chiediamo alle autorità un piano di gestione delle emergenze che preveda sia il monitoraggio costante dell'attività bradisismica, sia l'adeguamento delle strutture per una maggiore sicurezza. Oltre a valutare misure per garantire un'evacuazione sicura in caso di scosse sismiche, considerando che un incremento di pubblico potrebbe mettere a dura prova le vie di fuga esistenti» - concludono i residenti.

È fondamentale che le autorità e il club rispondano con misure concrete per affrontare i suddetti rischi, inclusi lavori di adeguamento strutturale e un piano di evacuazione efficace. La sicurezza deve essere la priorità assoluta, non solo per il benessere della città, ma anche per mantenere il legame di fiducia tra il club e la comunità.

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