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Il prodigio

San Gennaro non abbandona Napoli e ripete il “miracolo di maggio”

Il sangue si scioglie alle 18,09 dopo la processione dal Duomo alla Basilica

San Gennaro non abbandona Napoli e ripete il “miracolo di maggio”

NAPOLI. Si ripete il "Miracolo di Maggio" di San Gennaro, il primo dei tre prodigi annuali legati alla liquefazione del sangue del santo patrono della città. Questa tradizione, che si rifà ogni anno il sabato che precede la prima domenica di maggio, è un momento di grande devozione e partecipazione popolare.

Il suo culto è tra i più sentiti d’Italia, e a Napoli rappresenta un simbolo identitario fortissimo. L’annuncio dell’avvenuto “miracolo” al termine della tradizionale processione che ha attraversato il centro antico di Napoli, è stato dato alle 18.09 nella Basilica di Santa Chiara dal vescovo ausiliare di Napoli, monsignor Francesco Beneduce.

«Il prodigio è avvenuto e ringraziamo Dio» ha detto monsignor Beneduce. L’annuncio è stato accolto da un lungo applauso dei fedeli presenti nella basilica confermando la tradizione che lega questo evento alla protezione della città. All’apertura della teca, poco prima delle 17 nella cappella del tesoro di San Gennaro all’interno del Duomo di Napoli, il sangue contenuto nell’ampolla è apparso già liquido.

La teca è stata aperta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, dall'abate della cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, e dai vescovi ausiliari di Napoli monsignor Francesco Beneduce e monsignor Michele Autuoro, invece dell'arcivescovo don Mimmo Battaglia, impegnato a Roma in vista del Conclave. La cattedrale ieri era gremita.

Il canto delle donne che hanno invocato il santo con le loro litanie e la loro presenza portano avanti un messaggio di fede e di speranza. L’apertura della teca è stata seguita dall’arrivo sull’altare delle ampolle con il sangue del martire. Il sangue è stato adagiato nel reliquiario e un applauso si è diffuso nel Duomo di Napoli.

Poi la processione con il busto di San Gennaro e le ampolle contenenti il suo sangue, accompagnati dai busti argentei dei santi compatroni di Napoli, guidata da monsignore Michele Autuoro si è diretta nel cuore del decumano verso la Basilica di Santa Chiara per l’attesa del prodigio. Migliaia di fedeli ma anche tantissimi turisti hanno accompagnato la processione documentandola con foto e video che resteranno nella memoria e nel cuore.

Lungo il percorso i parroci locali hanno onorato il santo patrono con l’offerta dell’incenso e il suono delle campane. Alle 18 ha avuto inizio la celebrazione eucaristica nella Basilica di Santa Chiara. Qui è stato dato l’annuncio della liquefazione del sangue avvenuto alle ore 18,09.

San Gennaro non è solo un santo, ma quasi una presenza familiare e protettiva , un talismano collettivo che veglia sulla città. Per i napoletani San Gennaro non è distante, come altri santi dell’iconografia cristiana: è vicino, concreto, parte del quotidiano. È il faccia a faccia tra il popolo e il cielo. Non è solo devozione, è speranza, è identità.

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