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Il caso

Lite tra ristoratrice pro Palestina e turista israeliana, il video è virale sui social

Sono migliaia i commenti fra quanti contestano la decisione della titolare e quanti invece le esprimono solidarietà

Lite tra ristoratrice pro Palestina e turista israeliana, il video è virale sui social

Polemiche per un video che sta diventando virale sui social in cui si vede un'accesa lite fra una turista israeliana e una ristoratrice, titolare della Taverna di Santa Chiara nel centro storico di Napoli, che aderisce alla campagna “contro l'apartheid israeliano e contro il genocidio palestinese".

Nel filmato si sente la cliente accusare la ristoratrice di essere antisemita e di sostenere il terrorismo. La donna sui social offre la sua versione dei fatti.

«Appena avuta discussione con due turisti stranieri: alla fine del pasto si mettono a parlare con il tavolo accanto e dicono che sono israeliani e di quanto è bella Israele e di andare a visitarla. Nasce una conversazione pacifica collettiva, dati gli spazi ridotti della Taverna e, quindi, parlo della nostra scelta di aderire alla campagna contro l' apartheid israeliano e contro il genocidio palestinese. Di punto in bianco, loro iniziano ad attaccarmi con arroganza, accusarmi di antisemitismo e a minacciarmi, urlandomi contro e riprendendomi con il cellulare».

Le polemiche sono proseguite poi sui social, dove sono migliaia i commenti fra quanti contestano la decisione della ristoratrice e quanti invece esprimono solidarietà ai proprietari della Taverna.

«Circola un video terrificante in cui quella che si presume essere la proprietaria caccia dal locale dei turisti che hanno la “colpa"  di essere israeliani! Come se i napoletani fossero tutti camorristi. Questo è lo stesso orrore antisemita di epoca fascista e definirlo antisionista non cambia la sostanza. Vergogna» scrive una utente.

Mentre dalla Taverna replicano: «Questo il risultato della nostra presa di posizione come Spazio Libero dall'apartheid israeliano che condanna il genocidio palestinese. Accuse di antisemitismo e di razzismo nonché review bombing (campagna di recensioni negative, ndr.) sulla nostra pagina. Grazie alle tante persone che ci stanno offrendo solidarietà ma l'unica solidarietà va offerta al popolo palestinese».

LA RICOSTRUZIONE DEI TITOLARI DELLA TAVERNA

«Nella giornata di sabato 3 maggio, nel nostro esercizio, siamo stati vittime di un episodio a scopo intimidatorio da parte di una avventrice che, dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese. A quel punto, da cittadini coscienziosi quali siamo, abbiamo evidenziato che condanniamo il genocidio palestinese in atto, quale crimine contro l’umanità». Così i titolari della Taverna di Santa Chiara in una nota.

«La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo, di sostenere il popolo palestinese che, nelle sue parole, lei individuava come popolo di terroristi e, quindi, dí essere noi stessi a supporto di terroristi. La turista, nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso di chi veniva ripreso (inclusi minorenni di un'altra famiglia di clienti), per poi diffondere il video in rete (un reato), diffamandoci come sostenitori del terrorismo e antisemiti (un altro reato) e scatenando una campagna di odio che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di 1) spedizioni punitive, 2) distruzione del locale, 3) violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, 4) auspici di stupro della proprietaria (tutti reati).» prosegue la nota.

«La nostra unica responsabilità è quella di aver preso posizione, nell’ambito della campagna degli Spazi Liberi dall’apartheid israeliano, contro il genocidio palestinese in atto. - continuano i titolari - Alla luce della campagna di odio e mezzo social che è stata scatenata e delle minacce ricevute, volte a minare anche la nostra incolumità personale nonché l’andamento della nostra attività, sporgeremo formale querela».

«I nostri legali, inoltre, hanno mandato di segnalarci tutte le diffamazioni a mezzo social e a mezzo stampa che ci accusano, falsamente, di aver cacciato chicchessia dal locale, come dimostra lo stesso video diffuso dalla coppia».

«Nel nostro locale, che accoglie da sempre persone di ogni nazionalità, fede ed etnia, non possiamo tollerare e continueremo a non tollerare alcuna forma di esternazione razzista, sia essa ispirata da antisemitismo, islamofobia, o, come in questo caso, razzismo antipalestinese» conclude la nota.

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