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Il sogno azzurro

Una culla azzurra sotto il cielo di Napoli

Simone e Luisa aspettano il loro primo figlio e sperano che nasca con il quarto scudetto. In una casa tempio del tifo, tra fede, passione e miracoli, Riccardo è già parte del sogno di una città intera

Una culla azzurra sotto il cielo di Napoli

Simone e Luisa

Chi nasce a Napoli, anche prima di venire al mondo, ha già un destino scritto in azzurro. È così per Riccardo, che arriverà a settembre, ma ha già una maglia pronta, una sciarpa sul letto, un posto in curva. I suoi genitori, Simone e Luisa, lo aspettano come si aspetta una festa, un gol, un segno dal cielo.

Lei è del 1990, lui del 1989: nati sotto la stella di Maradona, cresciuti con l’eco dello scudetto. Ora che il Napoli è tornato a far battere forte il cuore dei tifosi, loro sognano che il primo vagito del figlio coincida con l’urlo liberatorio del quarto tricolore. «La nostra casa è un piccolo stadio» raccontano. E non esagerano. Alle pareti ci sono scritte d’amore eterno per la squadra, foto, cimeli, reliquie da collezionisti appassionati.

C’è perfino un murale che ritrae lo stadio Maradona come fosse una cattedrale. E in mezzo, una culla pronta ad accogliere un nuovo tifoso. «Il Napoli ci ha uniti, vogliamo che accompagni anche lui nella vita» dicono, come se stessero raccontando una fiaba tramandata di generazione in generazione.

Intanto, Napoli ci crede. Ci crede di nuovo. Ieri la squadra ha vinto, ha lottato, ha riacceso la speranza del titolo. E ieri, come a voler benedire l’attesa, è arrivato anche il miracolo di San Gennaro, nella Basilica di Santa Chiara, alle 18.09. Una coincidenza? Forse. Ma in questa città dove il sacro e il profano si sfiorano ogni giorno, basta un segnale per trasformare un’attesa in destino.

Riccardo non sa ancora cosa sia un derby, non ha mai visto un rigore né un’esultanza. Ma è già parte di una storia che va oltre il campo. È la storia di chi nasce con il cuore pieno di passione, in una città che non smette mai di sperare. E se davvero arriverà lo scudetto, lui sarà il primo a portarlo nel sangue.

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