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Sangue in piazza Dante, il 15enne fermato: «Mi insultavano, non ce l’ho fatta più»

Due ragazzini feriti in 24 ore, il prefetto getta acqua sul fuoco: «Dati confortanti rispetto all’anno scorso»

Sangue in piazza Dante, il 15enne fermato: «Mi insultavano, non ce l’ho fatta più»

NAPOLI. «Bamboccione, checca» e offese simili in un crescendo diventato insopportabile. Da settimane un 15enne del Vomero, incensurato e figlio di un detenuto per vicende di camorra, veniva preso in giro da un coetaneo di un altro gruppo che frequenta piazza Dante nei fine settimana.

La rabbia repressa è cresciuta fino a quando, poco prima della mezzanotte di domenica, si è vendicato con un’azione eclatante: ha accoltellato un ragazzo della sua stessa età con otto fendenti allontanandosi poi a tutto gas in scooter. Ma la fuga è stata breve: da ieri a mezzogiorno si trova al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, identificato grazie ad alcune testimonianze e dalle immagini della videosorveglianza.

«Sono stato io, non ce la facevo più», ha detto al pm della Procura per i Minorenni. Così, a suo carico è scattato un decreto di fermo. Ha la faccia da bravo ragazzo e parla un italiano corretto. Ma proprio per questo era preso in giro dai componenti di un gruppo di coetanei di Materdei, in particolare da uno di loro.

Così domenica sera il 15enne del Vomero ha pensato che non poteva più sopportare le offese. Ha preso un coltello dalla cucina ed è uscito di casa con un’idea fissa: vendicarsi. Con gli amici, ignari del proposito, è arrivato a piazza Dante e si è diretto con decisione verso il “nemico”.

L’ha colto completamente di sorpresa, tanto che gli è bastato meno di un minuto per colpirlo in otto punti del corpo. La ferita più grave è all’addome, per la quale i medici dell’ospedale dei Pellegrini si sono riservati la prognosi.

Le indagini, condotte a tamburo battente dai poliziotti della Omicidi della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio), si sono indirizzate subito verso il 15enne, rintracciato a casa e condotto agli uffici di via Medina.

Per gli investigatori non ci sono collegamenti con il ferimento del 14enne di sabato sera, per il quale un coetaneo è stato denunciato a piede libero: anche in quel caso c’era stata una lite per motivi banali. Ma l’escalation di violenza preoccupa le istituzioni.

«Si rischia la vita, siamo molto preoccupati», ha commentato il sindaco Gaetano Manfredi. Mentre al termine di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica il prefetto Michele Di Bari ha sottolineato che «i due episodi preoccupano non da un punto di vista della tenuta dell’ordine e sicurezza pubblica poché i dati sono abbastanza confortanti rispetto allo scorso anno. Ma perché, giorno dopo giorno, sta emergendo un deficit di educazione, di persone che ormai hanno smarrito il senso del valore della vita, dell’amicizia, del rispetto. Certamente sono pochissimi i ragazzi che promuovono queste azioni delittuose, però ci sono. E questo crea allarme sociale. Il Comitato vuole essere anche una risposta a tutto questo attraverso ulteriori provvedimenti che riguardano l’Alto Impatto, i servizi mirati, che riguardano tutta una serie di ulteriori attività anche di carattere amministrativo perché abbiamo la necessità di arginare il fenomeno».

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