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Il caso
07 Maggio 2025 - 16:48
Priscilla tra i ragazzi
«La Lega presenterà un'interrogazione al ministro Valditara per fare chiarezza su quanto accaduto lo scorso gennaio nel Liceo “Munari" di Acerra, dove una drag queen, bardata di kefiah, ha parlato a ragazzi dai 13 ai 17 anni. Niente a che vedere con un pedagogista, uno psicologo dell'età evolutiva o un esperto di comunicazione: solo un soggetto che, senza alcuna competenza, fa formazione, dicendo ai nostri ragazzi che “spesso, quello che viene costruito a scuola, viene distrutto a casa dalle famiglie". Non aggiungo altro. Ora capite quando dico che nelle nostre scuole c'è l'assalto di attivisti ideologizzati (nella fattispecie, la drag queen si definisce sulla sua pagina attivista queer e transfemminista) con la complicità di docenti di estrema sinistra? Il consenso informato voluto dalla Lega porrà dei limiti a questa deriva progressista. Difendiamo la libertà di scelta educativa delle famiglie». Così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
Dal canto suo Priscilla, la drag queen chiamata in causa, al secolo Mariano Gallo, sui social racconta così l'esperienza: «E ora chi glielo dice ai trogloditi al governo che sono entrata in un liceo? Ho incontrato gli studenti e le studentesse del triennio del Liceo Scienze Umane “B. Munari” di Acerra. Incontro voluto da loro, in occasione della settimana dello studente. Erano presenti i/le loro insegnanti e la dirigente dell’istituto, che hanno partecipato con entusiasmo al dibattito. È stato un momento di confronto prezioso: abbiamo parlato di bullismo, omofobia, dell’importanza dell’istruzione, della lotta intersezionale alle discriminazioni, di diritti civili, di politica intesa come partecipazione attiva, del popolo palestinese. Ho trovato in questi/e giovani ragazzi e ragazze una tale consapevolezza e determinazione che mi ha profondamente ispirato e commosso. Mentre la riforma scolastica ci vuole riportare al Medioevo, i/le giovani guardano avanti».
«E poi sono arrivate le domande e le considerazioni degli studenti e delle studentesse: è stato il momento più intenso ed emozionante. - continua in un secondo post - Antonio, 17 anni, ha sottolineato l’importanza di definirci come una sola comunità: la comunità dell'essere umano. Fabiana ha parlato della lotta alla dinamiche tossiche (politiche e sociali) e di quanto sia fondamentale manifestare il proprio dissenso. E poi abbiamo parlato di famiglia, in particolare di quelle famiglie che purtroppo non accolgono i propri figli e figlie per ciò che sono, creando un ambiente ostile in casa».
Sul caso interviene il preside Mario Rusconi, presidente dell'Associazione presidi di Roma: «La scuola e il mondo della formazione deve essere lontano da contenziosi cercati in continuazione, devono essere un luogo di confronto democratico. Quando i miei studenti mi hanno chiesto di far partecipare un attivista ad una assemblea pro Palestina ho risposto che non avevo nulla in contrario se avessimo invitato anche un esponente israeliano. Quando si innescano processi di conflittualità e si inserisce il contenzioso della politica partitica nella scuola, si fa un danno ai giovani, si impedisce il confronto e si accentua lo scontro, mentre la missione della scuola è permettere il confronto democratico che implica più voci, mai unitarie».
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