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Il retroscena
12 Maggio 2025 - 09:15
Emanuele Durante ed Emanuele Tufano
NAPOLI. Perché è stato ucciso Emanuele Durante, se non solo lui aveva partecipato alla sparatoria culminata nella morte di Emanuele Tufano? Assodato il collegamento tra i due fatti di sangue, non è facile nemmeno per gli investigatori fornire una risposta univoca alla domanda.
Sicuramente qualcuno pensava che il 20enne avesse portato in trappola gli amici, considerando che guidava il corteo di motorini ed era l’unico non residente nel Rione Sanità, abitando a Forcella. Anche, e forse soprattutto, questa circostanza potrebbe avere inciso sulla decisione di vendicarsi con lui per il fuoco amico costato la vita al 15enne in vico Carminiello al Mercato.
Salvatore Pellecchia quale presunto mandante e Alexandr Babalyan come presunto esecutore materiale rispondono dell’omicidio di Emanuele Durante, che aveva capito di essere in pericolo ed evitava da alcuni giorni di passare per la Sanità, facendo lunghi e articolati giri in auto persino per andare a prendere la fidanzata. E’ probabile che alcune persone abbiano cercato di evitare il tragico epilogo, ma dagli atti dell’inchiesta non emergono certezze.
Mentre invece appare chiaro dalle intercettazioni acquisite che il gruppo di giovani del Mercato, in contrasto con quello della Sanità dopo un furioso litigio in una paninoteca, nemmeno conosceva il 20enne. Quindi nessun tradimento, solo una voce cresciuta di bocca in bocca.
Dal 24 ottobre 2024 fino a marzo 2025 familiari e amici di Emanuele Tufano hanno cercato di capire con precisione la dinamica del conflitto a fuoco costato la vita al loro caro. Ma c’erano rabbia e dolore per aver abbandonato il 15enne, scappando senza cercare di soccorrerlo.
Anche se le perizie sul corpo del ragazzo hanno dimostrato che è morto all’istante per i proiettili ai polmoni. Ha infatti perso conoscenza, lo scooter su cui viaggiava ha sbandato e lui è caduto. Le indagini dei poliziotti della “Omicidi” della Squadra mobile della questura hanno ricostruito ogni secondo dei 42 in cui è durata la sparatoria.
Durante era in testa al corteo di motorini incolonnati, Tufano nella quinta fila, penultima. Dietro i componenti del gruppo della Sanità, riconducibile al clan Sequino per amicizie e legami di parentela, c’erano quelli delle “Case Nuove”, vicini ai Mazzarella, che sparavano.
Un inferno scatenato da una rissa in un pub, scoperta nel corso delle indagini dagli investigatori del dirigente Giovanni Leuci e del vice questore Luigi Vissicchio. Sull’agguato a Emanuele Durante hanno agito i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli (colonnello Andrea Leo), che dalle immagini di videosorveglianza e dalle intercettazioni sono risaliti a Salvatore Pellecchia e Alexandr Babalyan. Tutti gli indagati nelle due inchieste comunque, devono essere ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.
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