Rione Sanità, spunta la nuova alleanza tra i clan

NAPOLI. Un’alleanza tra i Sequino, i Pirozzi e i Savarese. Una novità clamorosa che emerge dagli atti della doppia inchiesta sugli omicidi Tufano e Durante e che spiegherebbe la pax camorristica che si respira da tempo nel Rione Sanità. In diverse intercettazioni si fa riferimento ad essa e gli interlocutori sottolineano come il “sistema” sia unito. Intanto proseguono le indagini di carabinieri e polizia, coordinate dalla procura antimafia.

È venuto fuori che, dopo aver sparato ad Emanuele Durante sotto gli occhi della fidanzata minorenne, Alexandr Babalyan e il complice che guidava lo scooter si allontanarono verso il Rione Sanità attraverso via Fonseca per poi sbucare nuovamente su via Santa Teresa degli Scalzi, luogo dell’omicidio.

Una stranezza solo apparente perché, nella ricostruzione dei carabinieri e della procura antimafia, la mossa era stata studiata a volino. Facendosi vedere in giro all’ora del delitto, quando si sarebbe sparsa la voce, nessuno avrebbe pensato a loro come gli autori del fatto di sangue.

Tutti si sarebbero ricordati della coppia di giovani in sella alla moto nel cuore della Sanità e non all’esterno del territorio. Anche Emanuele Durante in quella stessa giornata aveva compiuto un giro tortuoso a bordo della Smart che il padre aveva noleggiato affidandogliela per una settimana. Le telecamere lo mostrano mentre evita accuratamente di passare per via Santa Maria Antesaecula, storica roccaforte dei Sequino, attraverso cui avrebbe accorciato notevolmente per raggiungere il posto in cui andava a prendere la fidanzata.

Il 20enne sapeva di essere in pericolo, com’è emerso dall’intercettazione in cui diceva alla madre: “morirò presto, ricordalo. È successo un bordello”. Alla matrigna aveva anche raccontato che la notte in cui era morto Emanuele Tufano c’era stata una “tarantella” con “quelli delle Case Nuove”.

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