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12 Maggio 2025 - 12:33
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
«Siamo impegnati in queste settimane e nei prossimi mesi a fare in modo che tutto quello che abbiamo realizzato in questi anni nella nostra sanità non sia buttato a mare. In questo momento c'è gente che ragiona sulle scadenze istituzionali della Regione senza sapere neanche che cosa è la Regione Campania: pensano di dividersi le candidature a Roma. Una a me, una a te. Napoli e la Campania non sono in vendita, a nessuna forza politica. Non siamo in vendita». Lo afferma il governatore Vincenzo De Luca parlando, da Città della Scienza, in occasione della cerimonia del giuramento di Ippocrate.
«Probabilmente - aggiunge, rivolgendosi ai nuovi giovani medici - nelle prossime settimane vedrete un po' di parapiglia. Abbiamo sputato l'anima per ritrovare dignità, organizzazione. Sarebbe un delitto far precipitare di nuovo la Campania in una palude. C'è da stare male solo a pensarci. Tuttavia, c'è gente che pensa a dividersi i candidati. A volte autentici analfabeti, io rispetto il proletariato, ma i ciucci non possono dirigere una Regione come la Campania. Non siamo tutti uguali». «Per quello che mi riguarda - conclude De Luca - mi devono uccidere se vogliono far precipitare nuovamente la Campania nella palude in cui era quando abbiamo iniziato il nostro lavoro. Non me la sento».
«CAMPANIA GRANDE COMUNITà»
De Luca aggiunge: «La vicenda del Covid ha contribuito a costruire la comunità dei cittadini campani, a fare della Campania una grande famiglia. La Campania non ha mai avuto una grande identità, l'abbiamo conquistata in questi anni di lavoro».
«Qualche anno fa - racconta -, quando andavamo a Roma a fare le riunioni, al ministero della Salute e dell'Economia ci ridevano in faccia, apertamente. Eravamo una Regione che non aveva approvato i conti consultivi delle Asl da tre anni. Eravamo con la griglia Lea a 103 punti, il livello più basso d'Italia, ed eravamo commissariati per questo. Dovevamo raggiungere almeno i 170 punti della vecchia griglia Lea. Abbiamo fatto uno sforzo immane».
Il presidente della Regione Campania ricorda: «Sprofondavamo nei debiti. Avevamo un ospedale, il San Giovanni Bosco, nelle mani della camorra. Abbiamo dovuto combattere, è stata una storia di fatica, di lavoro, di sacrificio, ma abbiamo costruito una grande comunità».
«TEST MEDICINA SLITTA DI 6 MESI, TUTELATE CORPORAZIONI»
«Non dico nulla sull'iscrizione libera a Medicina, io noto solo le famiglie che mandano a laurearsi centinaia di giovani campani in Romania, in Bulgaria, in Albania, con una situazione drammatica per le famiglie e di tensione per i ragazzi, per riportarli poi in Italia. Ma dobbiamo fare per forza queste sceneggiate? Ma non è preferibile dare una apertura, far fare la selezione sul campo anziché sui quiz idioti con i quali siamo andati avanti per decenni? Non ho ancora capito quale è il sistema, perché si prevede di fare una selezione dopo sei mesi. Abbiamo spostato di sei mesi il problema». Così il governatore sullo stop al numero chiuso per l'iscrizione a Medicina.
«Alla fine chi ha passione e chi ha qualità - ragiona De Luca - si fa valere sul campo, non sulla base di un filtro finto, che serve magari solo a tutelare qualche corporazione universitaria».
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