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L'iniziativa

Fragilità in corsia, umanità in ascolto

L’Ospedale Buon Consiglio promuove una riflessione collettiva sul prendersi cura

Fragilità in corsia, umanità in ascolto

NAPOLI. Appuntamento il 14 maggio a Napoli per parlare di vulnerabilità nei contesti sanitari. La fragilità va riconosciuta, accolta e accompagnata, non è un limite, ma una chiamata alla responsabilità condivisa.
Riconoscere la fragilità. Accoglierla. Prevenirla. Ma soprattutto, non ignorarla. È attorno a questo nucleo concettuale che si sviluppa l’evento promosso dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, in programma il prossimo 14 maggio 2025, nella sala conferenze della sede di via Manzoni 220.
Intitolato “La fragilità nei luoghi di cura: riconoscerla, accoglierla, prevenirla”, l’appuntamento nasce come spazio di riflessione condivisa su un tema che attraversa in profondità l’esperienza della cura e della relazione d’aiuto: la condizione fragile. Una condizione che non riguarda solo il corpo, ma anche l’equilibrio psichico, il contesto sociale e la dimensione spirituale di ogni persona.
Abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui ci prendiamo cura dell’altro, affermano gli organizzatori. La fragilità non è una debolezza da correggere, ma un’esperienza umana da accompagnare. Non è solo una diagnosi clinica, ma un territorio che domanda ascolto, empatia, visione condivisa.
L’obiettivo è chiaro: generare un momento di confronto multidisciplinare tra operatori sanitari, pazienti, caregiver, psicologi, educatori, istituzioni e mondo della formazione. Un’occasione per restituire centralità al tema della vulnerabilità nei contesti ospedalieri e sociosanitari, troppo spesso trascurato in favore dell’efficienza o della tecnica.
La fragilità ci attraversa tutti, prima o poi. È parte costitutiva della vita, non un’eccezione. Per questo è necessario costruire risposte collettive che integrino il sapere medico con quello umano, sottolineano ancora gli organizzatori.
Il convegno si articolerà in tre sessioni tematiche, ciascuna dedicata a una delle parole chiave dell’evento.
La prima sessione, “Riconoscere la fragilità”, si concentrerà sugli strumenti clinici, psicologici ed educativi utili a individuare i segnali della vulnerabilità nelle persone assistite, ma anche negli operatori stessi. La fragilità non è sempre visibile. Riconoscerla richiede tempo, formazione e uno sguardo che non abbia paura di incontrare la sofferenza.
La seconda sessione, “Accogliere la fragilità”, esplorerà i linguaggi e le pratiche dell’accoglienza: dal primo colloquio in reparto alle relazioni continuative nelle cure palliative o nei percorsi di cronicità. Accogliere significa esserci con autenticità, anche quando non si hanno risposte pronte. La cura inizia dal modo in cui guardiamo l’altro.
Infine, la terza sessione, “Prevenire la fragilità”, metterà al centro la promozione della salute come prevenzione delle condizioni di isolamento, marginalità, abbandono. Un focus particolare sarà dedicato ai contesti ad alta complessità come le geriatrie, le psichiatrie, le aree pediatriche e le residenze assistite. «Prevenire significa costruire reti di prossimità, promuovere il benessere nei contesti fragili prima che si arrivi alla crisi.
L’evento sarà aperto al pubblico su prenotazione e vedrà la partecipazione di esperti nazionali e locali, rappresentanti del Terzo Settore e testimoni diretti dell’esperienza della fragilità.
«Prendersi cura – dicono in chiusura gli organizzatori – è un atto radicalmente umano. Ed è solo restituendo senso, tempo e dignità a questo gesto che possiamo costruire una sanità più giusta, più profonda, più vera.

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