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l'opinione
15 Maggio 2025 - 10:00
Negli ultimi anni, le strade di Napoli e della Campania hanno visto un aumento significativo di veicoli con targhe straniere, in particolare polacche, rumene e ungheresi. Dietro questa apparente internazionalizzazione del parco auto locale si cela una pratica diffusa di elusione fiscale e assicurativa. Molti automobilisti italiani, per sfuggire ai costi elevati delle assicurazioni e delle tasse automobilistiche, ricorrono a un sistema noto come "estero vestizione". In pratica, il veicolo viene formalmente venduto a una società estera, spesso con sede in Polonia, e successivamente reimmatricolato con targa straniera. Il veicolo, tuttavia, non lascia mai il territorio italiano e viene utilizzato dal precedente proprietario attraverso un contratto di noleggio o leasing.
Questo stratagemma consente di evitare il pagamento del bollo auto, di ottenere polizze assicurative più economiche e di eludere multe e sanzioni, poiché le notifiche vengono inviate a società estere spesso inesistenti o inattive. In caso di incidenti, le vittime possono trovarsi in difficoltà nel ricevere risarcimenti, soprattutto se l'assicurazione estera è inesistente o non valida. Le autorità italiane hanno intensificato i controlli per contrastare questo fenomeno. A Napoli, la Guardia di Finanza ha sequestrato numerose targhe polacche e denunciato i responsabili per truffa e ricettazione. Le sanzioni per chi circola con veicoli immatricolati all'estero senza rispettare le normative possono variare da 712 a 3.558 euro, con il rischio di sequestro del veicolo e obbligo di reimmatricolazione in Italia entro 180 giorni.
Per contrastare questa pratica e tutelare la legalità, è fondamentale: Informare: Sensibilizzare i cittadini sui rischi legali e assicurativi legati all'uso di targhe estere. Controllare: Intensificare i controlli da parte delle forze dell'ordine e delle autorità competenti. Legiferare: Aggiornare le normative per chiudere le falle legislative che permettono queste pratiche. Collaborare: Favorire la cooperazione internazionale per monitorare e regolamentare le società estere coinvolte. Solo attraverso un'azione congiunta tra cittadini, autorità e istituzioni sarà possibile arginare questo fenomeno e garantire equità e sicurezza sulle nostre strade.
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