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Solidarietà
17 Maggio 2025 - 11:25
Sostenere i familiari delle persone con disabilità attraverso una rete di supporto legale, sociale e psicologico. È la mission di “Insieme si Può”, progetto che nasce per dare manforte ai caregiver dell’area flegrea e dell’hinterland di Napoli. Sostenuto da “Fondazione con il Sud”, da marzo assiste trenta parenti di adulti e bambini portatori di handicap che hanno aderito al percorso assistenziale.
«Il nostro compito è quello di aiutare queste persone attraverso una collaborazione pubblico-privato che permette di mettere in campo una serie di misure volte a dare sollievo a chi, quotidianamente, vive il calvario della disabilità che rappresenta solo la punta dell’iceberg di una lunga serie di problematiche» spiega Mariano Vacca, presidente della cooperativa sociale Hamal che ha presentato i primi risultati del progetto durante un evento di sensibilizzazione sul ruolo dei caregiver familiari tenutosi presso il “Maschio Angioino” a cui hanno partecipato i rappresentanti del comune di Napoli e delle associazioni che fanno rete intorno a “Insieme si Può”.
Il progetto, in particolare, mira a dare supporto a chi si prende cura di persone affette disabilità e malattie neurodegenerative, con l’intento di migliorare la qualità della vita di chi assiste i malati e offrendo loro formazione e supporto attraverso l’attivazione di sportelli sociali, servizi di sollievo semiresidenziale e residenziale, laboratori educativi, percorsi di sostegno alle famiglie, iniziative per il reinserimento lavorativo, campagne di sensibilizzazione e una lunga serie di attività a sostegno degli aderenti. Il primo sportello è stato aperto a Pozzuoli a cui seguirà, a giugno, l’apertura di un secondo infopoint ad Ischitella.
«Gli sportelli caregiver nascono per dare risposte, ascolto e sostegno ai cosiddetti “angeli invisibili” che ogni giorno si prendono cura delle persone con disabilità. Familiari, spesso disorientati e inermi di fronte ad una eccessiva burocrazia e una miriade di norme in cui destreggiarsi per avere servizi essenziali. Questo spesso determina fenomeni di "burn out" e portano il caregiver ad annullarsi completamente per l'assistito. Gli sportelli con una assistenza burocratica-legale, un supporto psicologico e un orientamento socio-educativo, vogliono rappresentare da un lato un sostegno immediato e multidisciplinare e dell'altro un primo ascolto e un orientamento per la predisposizione di progetti di vita personalizzati» conclude Cristian De Simone, presidente di "Dicearchia" che ha aperto il primo sportello a via Napoli, nella città di Pozzuoli.
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