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Camorra
19 Maggio 2025 - 08:00
Nella foto controlli della polizia tra le strade del rione Traiano; nel riquadro il presunto narcos Giovanni Perrella
NAPOLI. Nonostante due diverse inchieste giudiziarie lo abbiano accostato ai vertici del clan Puccinelli-Petrone, prima, e del gruppo Cutolo, poi, la condanna definitiva per Giovanni Perrella sembra essere sempre più un miraggio. La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul secondo ricorso in pochi anni, ha annullato la precedente sentenza che inchiodava il 32enne del rione Traiano, trasmettendo così per la terza volta gli atti alla Corte di appello di Napoli.
A spuntarla sono state così ancora una volta le argomentazioni portante davanti agli Ermellini di difensori del presunto narcos, i penalisti Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, riusciti a ottenere un nuovo ribaltamento del verdetto. La partita processuale non è però ancora chiusa.
Giovanni Perrella, componente della nota famiglia del rione Traiano storicamente legata ai Puccinelli-Petrone, dopo la colossale retata di un paio di anni prima, salì alla ribalta della cronaca per la prima volta nel 2018 quando si concluse il processo di primo grado nei confronti degli esponenti dei vari gruppi impegnati nella vendita di sostanze stupefacenti.
Non a caso quella parte dell’area flegrea è seconda soltanto a Scampia per quanto concerne i traffici di droga, anche se qualche investigatore negli ultimi tempi ipotizza addirittura il sorpasso quanto a volume d’affari complessivo. Il dispositivo fu letto in un’aula blindata dalle forze dell’ordine, anche perché in aula ad attendere la sentenza c’erano moltissimi familiari e conoscenti degli 81 imputati.
I giudici inflissero 79 condanne, furono soltanto due le assoluzioni. Complessivamente per le persone condannate il conto ammontava a oltre 750 anni di carcere. Il “sistema” del rione Traiano, quartiere nella zona occidentale di Napoli, fu così colpito al cuore. Condannati al massimo della pena tutti i capi, tra i 20 e i 15 anni. Mentre furono di poco inferiori le condanne per i gregari delle cosche che a Napoli hanno avuto il triste primato di aver “inventato” le stese.
Sparatorie in aria che hanno solo lo scopo di intimidire i nemici. Due anni prima la zona del rione Traiano, dove gli scantinati sono trasformati in depositi per la droga e le vedette degli spacciatori sono ad ogni angolo, ogni sera c’era il coprifuoco. Non solo si sparava con le pistole, ma addirittura in alcuni casi venivano usati i mitra con raffiche che arrivano anche a cento colpi. Tornando a Perrella, la Cassazione l’aveva “salvato” già nel dicembre 2022.
La Suprema Corte aveva infatti annullato con rinvio la condanna a 6 anni e 8 mesi per la partecipazione all’associazione finalizzata al traffico di droga del rione Traiano riconducibile ai Puccinelli-Petrone. Anche in quel caso erano state accolte le argomentazioni del tandem difensivo Perone-Rizzo sul travisamento dei dati (le intercettazioni) che avevano condotto la Corte di appello a confermare la sentenza di primo grado. I difensori avevano messo in evidenza tutte le criticità, anche da un punto di vista delle motivazioni, sul contestato ruolo partecipativo dell’imputato.
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