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Sanità
19 Maggio 2025 - 08:17
NAPOLI. «Ci risulta che ormai alcuni nostri iscritti, medici di medicina generale, hanno superato di gran lunga il numero massimo di assistiti previsto dall’articolo 38 dell’Accordo collettivo nazionale in vigore. Molti medici di famiglia della Campania addirittura hanno più di 2mila pazienti. Con questi numeri è impossibile fornire un’adeguata assistenza sanitaria a tutti e, al contempo, risulta difficile assicurare la prevenzione e l’esecuzione degli screening». E l’allarme lanciato da Giovanni Senese, segretario regionale campano del Sindacato medici italiani.
«Le criticità - spiega - sono maggiori nelle aree ad elevata densità abitativa e negli studi associati con più di 2 medici insieme, dove le sale di attesa degli studi medici sono pienissime tanto che, a volte, sorgono problemi di ordine pubblico. Molti sono stati, infatti, gli interventi delle forze dell'ordine registrati nelle ultime settimane per le aggressioni a medici, a segretarie e al personale di studio, e tante risultano essere state le diffide degli amministratori dei condomini per danni alle strutture».
Senese rimarca che «abbiamo chiesto alle aziende sanitarie locali di rispettare il massimale previsto dal contratto e ridistribuire gli assistiti in modo uniforme sul territorio ai medici disponibili. Riteniamo che si debbano conferire incarichi temporanei utilizzando anche le strutture pubbliche delle Asl per fronteggiare l’emergenza, tutelando il lavoro dei medici di famiglia e la continuità assistenziale per i cittadini».
Infine: «Chiediamo alla Regione Campania dovuti investimenti nel prossimo Accordo integrativo regionale per la medicina generale al fine di bloccare la fuga dei giovani medici da questa splendida professione». L’altro giorno, Luigi Sparano, della Fimmg Napoli, aveva ricordato che «sono circa 60 milioni le prestazioni erogate nel solo 2024 dai medici di medicina generale. Il dato è impressionante e spiega bene quanto siano strumentali le polemiche che spesso tirano in ballo i medici di medicina generale, additati come fannulloni.
I medici di medicina generale garantiscono da sempre una presenza costante, affidabile, e radicata nel territorio. Non siamo legati a un modello prestazionale, ma a un patto fiduciario con i cittadini. Un patto che va ben oltre gli orari ufficiali degli ambulatori. I dati raccolti dimostrano come i medici convenzionati non si fermino alla porta dello studio, ma continuino a garantire cure e supporto anche oltre l’orario formale, mantenendo un contatto costante con i pazienti. La nostra attività è ininterrotta e si estende nel tempo e nello spazio della quotidianità delle persone. Il passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale cancellerebbe in solo colpo più di 30 milioni di prestazioni ogni anno».
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