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Il processo

Sistema Caivano, il ras spera

Stralciata la posizione di Vincenzo Di Paola, gli atti vanno alla Corte Costituzionale

Sistema Caivano, il ras spera

Nei riquadri i ras di Caivano Vincenzo Di Paola e Massimo Gallo

NAPOLI. Sulla testa di Vincenzo Di Paola pende la pesantissima accusa di essere uno degli indiscussi registi dello spaccio di droga a Caivano e dintorni. Non solo, secondo la ricostruzione della Procura avrebbe fatto parte di un’associazione per delinquere aggravata dal numero di componenti superiore a dieci e dall’impiego di armi.

Tradotto: il presunto ras del clan Angelino-Gallo rischia ad oggi di andare incontro a una condanna non inferiore a 24 anni di reclusione. L’udienza preliminare celebrata ieri mattina ha però visto un inatteso colpo di scena: la decisione del gip De Angelis di accogliere la questione di legittimità costituzionale avanzata dal difensore di Di Paola, il penalista Domenico Dello Iacono, unico del collegio difensivo a essere riuscito nell’intento.

La difesa del presunto narcos, facendo leva su un precedente orientamento della Corte Costituzionale, ha evidenziato innanzi al gip le necessità di un trattamento sanzionatorio proporzionato al reato contestato, e dunque alla gravità, e al grado di coinvolgimento dell’imputato nell’accusa.

In sintesi, il giudice di merito deve essere libero di determinare la pena seguendo il principio di proporzionalità, che sarebbe però non applicabile nel momento in cui la legge fissa a priori una pena base elevata. Come nel caso di Vincenzo Di Paola che, codice penale alla mano, rischia almeno 24 anni di carcere. Il gip del tribunale partenopeo, convergendo sulla linea difensiva, ha dunque stralciato la posizione di Di Paola e, soltanto per lui, disposto la sospensione del procedimento.

Resta adesso da capire come si pronuncerà da qui alle prossime settimane la Suprema Corte: una decisione “favorevole” all’imputato potrebbe avere ripercussioni importanti per molti procedimenti penali, su tutti quelli per associazione mafiosa, con applicazioni che potrebbero essere in molti casi anche retroattive.

Per gli altri coimputati l’udienza preliminare andrà intanto avanti. Quello di Vincenzo Di Paola, 42enne originario di Acerra ma residente a Caivano, è ormai da tempo un volto più che noto alle cronache locali. Coinvolto in diverse inchieste giudiziarie e retate, il presunto ras, anche nell’ultima indagine che l’ha portato alla sbarra, è ritenuto dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia partenopea come uno dei registi dello spaccio di droga a Caivano.

Dopo la “caduta” del clan Sautto-Ciccarelli, decapitato da arresti e pentimenti eccellenti, negli ultimi tempi a farsi largo negli affari criminali della zona è stato infatti il cartello Angelino-Gallo. Di Paola, in particolare, è stato inquadrato come uno dei fedelissimi del presunto capoclan Massimo Gallo, che avrebbe diretto gli affiliati e organizzato approvvigionamento e spaccio della droga. Di Paola avrebbe invece curato il funzionamento delle piazze di spaccio e gestito i proventi. Nello stesso processo sono imputati Pasqualina Cepparulo, Antonio Gammella, Angelo Sacco, Giuseppe Sparaco, Andrea Simonetti e Antonio Cerullo.

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