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Febbre azzurra
22 Maggio 2025 - 11:29
Antonio Mazziotti
NAPOLI. Le torte sono rotonde, bordate di panna azzurra. Al centro, la bandiera italiana e il numero che in città nessuno osa nominare. Il 4. Niente scritte, niente proclami, solo un simbolo che basta da solo a dividere.
Succede al Bar Franco, sul Corso Vittorio Emanuele, uno dei locali storici di Napoli, dove Antonio Mazziotti, 30 anni, ha deciso di rischiare: in vetrina le torte dello scudetto, e una promessa che fa discutere.
«Se non vinciamo domani, venite: vi rimborsiamo e vi offriamo pure il caffè». Detto così, sembra uno scherzo. Ma Antonio è serio. «Io ero contrario, sono scaramantico – racconta –. Ma mio padre no. E me le chiedevano in tanti. Alla fine ho ceduto. Però l’idea del rimborso è mia. L’ho detta per alleggerire. Perché qui, in questi giorni, c’è tensione vera».
Il cartello con l’offerta è diventato virale. Sui social si commenta, si condivide, si scherza. Ma dietro c’è tutta la complessità di una città che si muove sempre sul filo tra fede e superstizione. Dove anche una torta può diventare un gesto politico.
«C’è chi entra e la compra sorridendo, chi si fa il segno della croce, chi chiede se davvero rimborsiamo – dice Antonio –. Sì, certo. Se non vinciamo, chi l’ha comprata viene, la restituisce, e gli offriamo anche il caffè. Senza problemi».
Niente “Campioni d’Italia” stampati sulla glassa. Solo un tricolore e un numero che basta e avanza. In una città dove molti preferiscono non nominarlo, qui ci fanno i dolci. E forse è proprio questo il punto. Napoli aspetta, con il fiato sospeso. Ma ogni tanto, per non esplodere, ha bisogno di riderci su. Anche con un po’ di panna montata.
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