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il caso
23 Maggio 2025 - 09:20
NAPOLI. Tentato omicidio-suicidio alle porte di Napoli Est. Ha sparato alla donna alla quale era da tempo legata sentimentalmente, con il chiaro intento di ucciderla, prima di togliersi la vita con la stessa arma, una pistola calibro nove illegalmente detenuta, con un colpo alla tempia. È mercoledì notte tra Volla e Napoli: a togliersi la vita Ilaria Capezzuto, 34 anni, poco dopo avere sparato alla testa di Daniela Strazzullo, 31 anni, che ora è ricoverata in condizioni estremamente critiche nell’ospedale del Mare del quartiere Ponticelli.
Terribile la scena che si sono trovati di fronte i carabinieri, intervenuti sul posto dopo l’allarme lanciato da alcuni testimoni con una telefonata al 112: la 31enne era seduta alla guida di una Renault Captur, ferma in una zona al confine tra il quartiere Ponticelli di Napoli e il comune di Volla, gravemente ferita alla testa ma ancora viva. A poca distanza, già nel territorio del comune di Napoli, a terra, c’era invece la donna di 34 anni, morta, con accanto l’arma usata contro Daniela Strazzullo. Dopo i primi accertamenti, finalizzati a fugare l’eventualità che il delitto potesse essere in qualche modo riconducibile a un agguato, è emerso in maniera chiara che invece si era trattato di un tentato omicidio seguito da un suicidio, sicuramente per motivi di carattere sentimentale.
Secondo quanto si è appreso la donna che ora versa in gravissime condizioni è legata da stretti vincoli di parentela a un presunto appartenente alla malavita della zona della cosiddetta Torretta di Chiaia. La donna è infatti la figlia del ras Enrico Strazzullo, conosciuto negli ambienti criminali con l’alias di “Peperone”. Suoi familiari avrebbero gestito un lido abusivo sul lungomare di Napoli e la stessa donna ferita si rese protagonista, nell’estate del 2022, di un’aggressione ai danni delle forze dell’ordine proprio perché le volevano impedire di vendere, illegittimamente, bevande sulla spiaggia. La donna che ha sparato è risultata avere piccoli precedenti e quindi era a sua volta già nota alle forze dell’ordine.
Entrambe qualche anno fa erano rimaste coinvolte in un’altra vicenda giudiziaria: un tentativo di furto di un’auto nella zona di Chiaia. Daniela Strazzullo, inoltre, qualche anno prima aveva dovuto affrontare un altro processo, al termine del quale venne assolta, in quanto sospettata di aver preso parte a una lite tra donne vicine agli ambienti di mala della Torretta di Chiaia. La rissa era scaturita da un contrasto con alcuni esponenti del gruppo Infante per un sequestro di droga avvenuto qualche giorno prima.
Le indagini sono intanto state affidate ai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e del nucleo Investigativo di Torre Annunziata, coordinati dalla Procura di Nola per il tentato omicidio e da quella di Napoli per il suicidio. Disposto il sequestro della salma di Capezzuto in vista dell’esame autoptico; sequestrate anche la Renault “Captur” a bordo della quale ha sparato a Daniela Strazzullo e la pistola. Capezzuto lascia una figlia minorenne.
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