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La festa
27 Maggio 2025 - 08:36
NAPOLI. «Oggi che il mare del Golfo si tingerà ancora d’azzurro, che il lungomare Caracciolo sarà un fiume di gioia, vorrei solo chiedervi una cosa: non dimenticate. Non dimenticate, mentre festeggiate, che il Mediterraneo non è solo la nostra cornice di bellezza. Perché per molti il suo azzurro è sbiadito, svanito, sporcato dalle bombe e dal sangue».
Lo scrive il cardinale arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia,in un messaggio inviato alla Ssc Napoli e a tutti i tifosi azzurri. «Per questo vi invito, nel giorno della festa, a ricordare anche chi non può festeggiare. A portare tra le mani una bandiera del Napoli… e magari anche una bandiera della pace. A far sentire, accanto al grido “Forza Napoli!”, anche la voce pacifica e non violenta del cuore: “Pace per Gaza. Giustizia per i popoli. Dignità per ogni vita umana», invita rivolgendosi a quanti avrebbero poi parte alla festa, in occasione del passaggio dei bus scoperti con l'intera squadra. Un appello raccolto.
Bandiere tricolori con la scritta "Ag4in", motto del quarto Scudetto appena vinto, ma anche una bandiera arcobaleno della pace sventola dal bus scoperto con a bordo i calciatori del Napoli che sta attraversando il lungomare partenopeo. E anche una bandiera della Palestina si vedrà, invece, tra i tifosi.
«Amici e concittadini miei, facciamo festa per questo Scudetto, ma non dimentichiamo che c’è un altro campionato che dobbiamo continuare a giocare: quello della pace, della giustizia, della solidarietà. E non è un campionato solo per campioni di Serie A, ma per uomini e donne di cuore, di coraggio, che sfidano l’indifferenza dei potenti - afferma - Per tifosi che sanno impugnare, oltre alla bandiera della propria squadra, la bandiera di chi soffre: una bandiera non di vendetta ma di fraternità e di pace. Guardando il nostro mare, non possiamo infatti dimenticare Gaza. Non possiamo dimenticare i suoi bambini, le sue vittime, gli ostaggi».
«Non possiamo festeggiare solo noi, se altri piangono e temono ogni giorno il cielo sopra le loro teste. Domandiamo pace per Gaza, domandiamo pace per Gerusalemme. Che Napoli sia campione anche in questa richiesta collettiva, di popolo. Vi chiedo in anticipo perdono se qualcuno potrà leggere in queste mie parole quasi un involontario tentativo di rovinare una festa. Ma ci ho pensato tutta la notte, dopo le notizie di questi giorni. E la mia coscienza, insieme alla mia fiducia in questa squadra e in questo popolo, mi ha detto che potevo osare. Perché se questo Scudetto ci ha resi campioni d’Italia, un gesto pacifico di pace può renderci campioni di umanità e fraternità», conclude don Mimmo Battaglia.
Ma in apertura della sua missiva, don Mimmo aveva parlato anche del successo sportivo: «oggi Napoli è in festa. Lo scudetto numero quattro è realtà. E non è solo un trofeo, è un canto collettivo, una danza popolare, il cuore della città che batte all'unisono. È la dimostrazione di cosa può nascere quando si gioca insieme, quando ognuno dà il meglio di sé per qualcosa che è più grande del singolo: la squadra, il sogno, la città. Grazie. Grazie perché ci avete ricordato che le partite più belle non si vincono da soli. Che il talento è dono, ma il gioco è condivisione. Che per raggiungere un traguardo bisogna camminare insieme, rispettarsi, aiutarsi, crederci fino alla fine. Questo Napoli ha saputo unire ancora una volta i mondi divisi della nostra città: le piazze e i vicoli, i centri e le periferie, gli anziani e i bambini. Avete fatto tutto questo correndo, sudando, abbracciandovi in campo e fuori. Lo avete fatto anche per chi non c'è più, ma sognava questi giorni».
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