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Il femminicidio ad Afragola

«Dicevano “è bravo”, era un mostro»

La mamma scrive su Facebook: «Martina era bella come il sole, che peccato ha fatto? Voglio l’ergastolo»

«Dicevano “è bravo”, era un mostro»

Martina Carbonaro e Alessio Tucci

AFRAGOLA-CASORIA. «I miei vicini dicevano che era uno bravo. A sapere che poi si è rivelato un mostro». Con gli occhi gonfi di lacrime Enza Cossentino, la mamma di Martina, parla dell’ex fidanzato, Alessio Tucci, della figlia fermato per averla uccisa. E non si capacita perché «anche quando erano in corso le ricerche è stato a casa mia».

I due ragazzi - lei 14 anni, lui quasi 19enne - si sarebbero lasciati circa due settimane fa, secondo Enza dopo che Martina avrebbe ricevuto una sberla. «In quella occasione dissi a mio figlia di badare bene a questa situazione. Ho sentito mia figlia l’ultima volta alle 20,15 di lunedì. Le ho detto quando sarebbe tornata per la cena. Poi più nulla», ricostruisce ancora la mamma, parlando delle ultime ore di vita di Martina.

La donna riferisce che al momento non è stato ritrovato lo smartphone della ragazza, grazie al quale sarà possibile ricostruire gli spostamenti della vittima e del suo ex. «Quando l’ho sentita per l’ultima volta ho percepito che era alterata. Forse lui era presente», prosegue. Martina era iscritta al primo anno dell’istituto alberghiero e sognava di diventare una chef stellata. «Ho saputo che è stata messa in un sacco di spazzatura, ma come si fa? - dice ancora disperata la donna. - Voglio solo giustizia. Voglio l’ergastolo per questo ragazzo».

La signora Enza Cossentino prova dolore e rabbia: «Che peccato ha fatto mia figlia? Era bella come il sole. Ora tornerò a casa e trovero la sua stanzetta vuota». L’aula del Senato ha riservato un minuto di silenzio e raccoglimento per Martina. «Quell’assenza mi tormenterà per tutta la vita. In casa non sarà mai più come prima perché è una ferita che non si rimargina la morte di una figlia, uccisa per mano di un ragazzo che diceva di amarla».

Martina è ricordata da tutti nel condominio di via Imbriani, ad Afragola, come una ragazza solare. Viveva da sempre in quel palazzo di una cinquantina di appartamenti con la mamma e il papà, impiegato nel settore dell’edilizia. Dopo la licenza media aveva deciso di iscriversi all’istituto alberghiero, sezione cucina, sognando di diventare una chef stellata. La piccola vittima sarà l’ennesimo nome da incidere su una panchina.

Femminicidio, un data base che non smette mai di aggiornarsi e dove l’età delle vittime e dei carnefici si abbassa sempre di più. A oggi, solo nel 2025, si registrano 27 femminicidi e 21 tentati femminicidi. E tornando ad Alesso ormai la solfa, il mantra sono sempre gli stessi: sono gente perbene. Il ragazzo di 19 anni che ha ucciso Martina sembra un giovane come tanti. Giovani all’apparenza “normali”, perfino banali: il figlio, il fratello, l’amico, il nipote di tutti noi, ma che in realtà dietro quell’immagine di normalità si cela l’oscurità delle tenebre.

In una foto di pochi mesi fa, Alessio Tucci abbraccia la mamma. “Auguri, ma’. Ti stai facendo vecchierella”, recita la didascalia. Così come quelle foto in cui con fare protettivo stringe a sé le sorelle più' piccole. Un ragazzo normale, che uccide la donna che diceva di amare.

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