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Femminicidio ad Afragola

I genitori di Martina: «Rispetto per la memoria di nostra figlia»

Borrelli: «È inaccettabile che, oltre al trauma devastante, questa famiglia debba affrontare anche il fango sui social»

I genitori di Martina: «Rispetto per la memoria di nostra figlia»

Martina Carbonaro

«Avevo capito che qualcosa non andava, quando lui è tornato a casa senza di lei ed è corso subito a farsi una doccia. Ho avuto un terribile presentimento, ho pensato che l'avesse uccisa. Così è stato. Ci ha anche ingannati, partecipando alle ricerche per depistare le indagini». Così Fiorenza Cossentino, madre di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato 19enne Alessio Tucci.

«Sono state dette tante cattiverie - prosegue la madre - hanno scritto che ho reagito con indifferenza alla morte di mia figlia, come se non mi importasse nulla. Ma se non mi fossi mostrata forte, qui saremmo crollati tutti».

Anche Marcello, il padre di Martina, con dolore aggiunge: «Ce l'hanno ammazzata. Ora vogliamo solo verità e giustizia».

A rilanciare le parole è il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli che in mattinata ha fatto visita alla famiglia assieme al consigliere comunale Salvatore Iavarone.

«È inaccettabile - è il commento di Borrelli - che, oltre al trauma devastante, questa famiglia debba affrontare anche il fango sui social. In momenti come questi si deve solo stare vicini alle vittime e ai loro cari, non infangarli o colpevolizzarli». Il deputato ha poi fatto appello per una maggiore attenzione istituzionale e un sostegno psicologico immediato per i familiari.

«Non possiamo lasciare sola questa famiglia. Le istituzioni devono fare la propria parte per garantire giustizia e impedire che episodi simili possano ripetersi. Continuerò a monitorare da vicino la situazione». Poi un appello alla magistratura e, infine, un messaggio a chi continua a colpire la famiglia: «Chi non ha nulla da dire in termini di vicinanza e rispetto, taccia. Basta - ha concluso il parlamentare di Avs - con chi infanga la memoria di Martina, che era solo una bambina. E basta con chi, come il padre dell'assassino, prova a giustificare l'omicidio accusando la vittima. È vergognoso».

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