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Malanapoli
31 Maggio 2025 - 08:47
Nel riquadro l’imputato Marco Scutto, 45enne di Capodimonte
NAPOLI. Triplice tentato omicidio dopo il colpo milionario a Vercelli, assoluzione e scarcerazione per Marco Scutto. Il 44enne di Capodimonte era accusato di triplice tentato omicidio e porto abusivo di armi. Sembrerebbe che la vicenda sia collegata al colpo da 15 milioni di euro commessa a Casale Monferrato, in provincia di Vercelli.
Aveva scelto di farsi processare con il rito abbreviato, dopo aver depositato una consulenza tecnica di parte. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 9 anni di reclusione, ma il giudice per le indagini di Napoli, accogliendo la linea difensiva dell’avvocato Luigi Poziello, ha assolto Scutto dal reato di triplice tentato omicidio e ha derubricato i fatti in lesioni aggravate e minacce, condannando il presunto pistolero a 4 anni e 8 mesi di reclusione, che grazie allo sconto previsto dalla Legge Cartabia, diventeranno 3 anni e 10 mesi di reclusione.
L’imputato è stato scarcerato per i reati di triplice tentato omicidio e ha ricevuto i domiciliari per il porto e detenzione di arma, uscendo così di fatto dal carcere di Poggioreale. Marco Scutto, tra gli undici indagati per le 250 cassette di sicurezza svuotate nella filiale Intesa nel 2023 a Casale Monferrato, dove sono stati asportati 15 milioni di euro tra denaro contante, orologi e gioielli, è considerato uno “specialista” ed era stato arrestato a settembre scorso per il ferimento di tre complici a Capodimonte in un regolamento di conti.
Mai rivelati i motivi, perché Scutto ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere e non ha mai rilasciato dichiarazioni durante le fasi processuali. Era stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luca Della Ragione. L’uomo è accusato della sparatoria avvenuta lo scorso 9 maggio dello scorso anno in corso Amedeo di Savoia, costata il ferimento di tre uomini, Gennaro Esposito, Vincenzo Grandelli e Antonio Russo.
Al nome di Scuotto si era giunti dopo mesi di serrate indagini effettuate dagli uomini della sezione Omicidi della Squadra mobile. I feriti e Scuotto vantano numerosi precedenti e sono indicati da diverse informative come specialisti della banda del buco, elemento che ha subito permesso agli investigatori di indirizzare le indagini su una pista precisa.
Secondo la ricostruzione i tre il pomeriggio del 9 maggio si sarebbero presentati nell’abitazione di Scutto per discutere di affari, poi la discussione sarebbe degenerata portando alla sparatoria: una discussione forse nata per dissapori inerenti la spartizione dei proventi di un colpo.
Tornando invece al colpo milionario, Marco Scutto, secondo la ricostruzione degli inquirenti della Procura di Vercelli, avrebbe promosso e organizzato il furto insieme a Gennaro Russo e Giuseppe Russo, svolgendo anche la funzione di “palo”. Per l’assalto che il 18 novembre 2023 aveva fruttato alla banda un bottino di 15 milioni di euro, a marzo scorso la Procura di Vercelli aveva disposto undici perquisizioni domiciliari e notificato altrettanti avvisi di garanzia.
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