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Festival èStoria

Gratteri e don Patriciello: «A Caivano qualcosa è cambiato»

Incontro con il parroco don Maurizio Patriciello

Gratteri: «La camorra è molto evoluta nel darkweb, più che la 'ndrangheta»

Il procuratore Nicola Gratteri e il parroco don Maurizio Patriciello durante un incontro a Caivano

Il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha riconosciuto che «oggi qualcosa è cambiato» a Caivano. In un intervento al festival èStoria, insieme con il parroco don Maurizio Patriciello, Gratteri ha affermato che «non ci sono più alibi per dire “non abbiamo dove stare, dove giocare"».

Secondo il procuratore, ora è necessario «tornare lì e vedere se i beni saranno stati nuovamente vandalizzati, allora potremo dire che siamo noi cittadini che non rispettiamo le regole».

Gratteri ha sottolineato che il cambiamento è stato possibile anche grazie all’impegno di don Patriciello, che ha più volte sollecitato interventi e ha inviato messaggi al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

«Mi rispose ed è stata di parola: è venuta con mezzo governo, e da allora le cose sono cambiate», ha detto il parroco.

Tra le novità, Gratteri ha elencato la presenza di una compagnia dei Carabinieri, di 8-10 assistenti sociali del comune e dei vigili urbani che si muovono sul territorio. Ha inoltre ricordato l’esistenza di un centro sportivo olimpionico, dove i ragazzi di Caivano possono allenarsi gratuitamente in oltre 40 discipline sportive, e ha precisato che «sono cose vere e non è vero chi dice che a Caivano non è successo niente».

Per rafforzare il suo discorso, Gratteri ha ricordato anche l’inaugurazione di eventi pubblici, come concerti gratuiti a cui hanno partecipato numerosi cantanti e migliaia di ragazzi, con la presenza del capo della polizia. «All’inaugurazione sono venuti tanti cantanti, gratuitamente, e c’erano migliaia di ragazzi» ha concluso il procuratore, sottolineando come questi segnali di cambiamento siano evidenti e concreti.

DARK WEB E CAMORRA

Il Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha evidenziato come la camorra sia oggi «molto evoluta, soprattutto nel dark web», e ha sottolineato che questa organizzazione è «più evoluta della ’ndrangheta, anche in Nord Italia». Secondo Gratteri, la camorra si distingue per la sua presenza nell’imprenditoria, nella ristorazione e anche all’estero, in modo non capillare come la ’ndrangheta, ma comunque significativo in tutta Europa.

Il procuratore ha ricordato un’indagine condotta a Napoli su una banca online con seimila clienti, dotata di un sistema di schermatura di costruzione israeliana. Questa banca, ha spiegato, in due anni ha riciclato circa 3,3 miliardi di euro, con sedi anche in Lituania e Lettonia. La struttura bancaria comprendeva 600 telefoni criptati per le comunicazioni tra i componenti.

Gratteri ha inoltre illustrato come in Calabria, le famiglie di ’ndrangheta di Crotone abbiano assoldato hacker romeni, sfruttando la cultura della matematica presente in Romania, e tedeschi per l’estrazione di bitcoin. «In Calabria c’è una forte presenza di calcolatori potenti per estrarre moneta elettronica, perché se fino a 3/4 anni fa i cartelli non volevano esser pagati in bitcoin, poi hanno accettato» ha affermato.

Il procuratore ha criticato le riforme sulla cybersicurezza, affermando che «dalla riforma Cartabia in poi, tranne quella del luglio 2024, le altre sono inutili. È una legge per cui si può fermare un hacker e farlo lavorare per noi». Ha raccontato dell'hacker che aveva in mano il dominio del ministero della Giustizia, con la possibilità di entrare in una procura, cancellare nomi e reati o addirittura iscrivere il suo nome.

«Lo abbiamo arrestato, lo abbiamo convinto a lavorare con noi, si è fidato e ha parlato: otto mesi di intercettazioni. Abbiamo sequestrato nel darkweb 34 milioni di bitcoin, che sono stati convertiti in euro e già versati nel fondo unico di giustizia. Da collaboratore di giustizia, gli daremo la condanna più bassa possibile, così i soldi entrano subito nel patrimonio dello Stato», ha concluso Gratteri.

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