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INTERVISTA ESCLUSIVA

Post choc sulla figlia di Meloni, l'autore al “Roma": «Chiedo scusa, mi pento del contenuto»

Parla Stefano Addeo, docente di tedesco in un liceo della provincia di Napoli: «Un gesto stupido, i miei studenti mi vogliono bene»

Post choc sulla figlia di Meloni, l'autore al “Roma": «Mi pento del contenuto, ma non delle mie idee»

La premier Giorgia Meloni con la figlia

«È stato un gesto stupido. Un post scritto d’impulso nella notte, dopo aver sentito al telegiornale che l’Italia continuava a inviare armi a Israele. Mi sono svegliato la mattina e ho detto: “Madonna mia, cosa ho scritto". L’ho cancellato subito. Mi pento del contenuto. Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano».

A parlare, in un’intervista esclusiva al Roma, è Stefano Addeo, docente di tedesco in un liceo della provincia di Napoli, autore del post in cui augurava alla figlia del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «la stessa sorte della ragazza di Afragola», la 14enne Martina Carbonaro uccisa a colpi di pietra dal suo ex fidanzato.

Alla domanda su quanto sia grave, per un educatore, pubblicare simili contenuti, Addeo replica: «Mi rendo conto della gravità. È stato un gesto impulsivo, una superficialità. Ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi conoscono, mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza. Amo gli animali, faccio volontariato con i bambini malati. È evidente che è stato un errore, ma non si può cancellare una persona per questo».

Il professore racconta poi le conseguenze ricevute: «Mi hanno minacciato di morte, lanciato pomodori contro le vetrine di casa, insultato in tutti i modi. Sono andato dalla Polizia Postale, ho sporto denuncia. Non ho cancellato il post per paura: l’ho cancellato perché da solo mi sono accorto che era sbagliato».

Addeo ammette l’errore: «Chiedo scusa. Non riconosco questa maggioranza. Ma mi dispiace per il contenuto del post, perché non mi rappresenta. Lo ribadisco: è stato stupido. Ma è stato strumentalizzato. Sono stato attaccato da persone che si definiscono “amici del governo", che hanno diffuso il mio nome e il mio volto, che mi vogliono vedere licenziato».

Infine, rivolgendosi al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Addeo aggiunge: «Non accetto che si dica che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo. I miei studenti mi adorano e lo dimostrano i messaggi che mi stanno mandando in queste ore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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