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Il femminicidio di Afragola
02 Giugno 2025 - 14:21
Martina Carbonaro e Alessio Tucci
Alessio Tucci, reo confesso dell’omicidio di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola, è stato trasferito da Poggioreale in un’altra struttura penitenziaria della regione. La decisione, motivata da ragioni di sicurezza, è stata accolta favorevolmente dal suo legale, l’avvocato Mario Mangazzo, che aveva presentato la richiesta di trasferimento.
Il motivo principale del trasferimento riguarda la tutela della sicurezza di Tucci, ma ci sarebbe stato anche un episodio che ha contribuito alla decisione. Secondo quanto spiegato dall’avvocato Mangazzo, i familiari di Tucci sarebbero stati importunati durante la consegna di un borsone con indumenti al loro parente, avvenuta all’esterno della casa circondariale. Questo episodio avrebbe evidenziato la necessità di spostare il detenuto in una struttura diversa, per evitare ulteriori rischi o tensioni.
L'OMICIDIO DI MARTINA CARBONARO
Un’agonia durata alcuni interminabili minuti ha segnato la tragica vicenda di Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, di 19 anni.
È quanto è emerso dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Stefania Amodeo, che ha disposto il carcere per l’indagato, accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. La ricostruzione degli inquirenti dipinge un quadro agghiacciante: la ragazzina sarebbe stata colpita più volte con una pietra, forse cinque, e avrebbe trascorso minuti di agonia prima di spegnersi, mentre Tucci avrebbe occultando il corpo in un armadio e coprendolo con pietre e calcinacci in un’abitazione dismessa dell’ex custode del campo sportivo “Moccia” di Afragola.
IL MOVENTE
Il movente del gesto sarebbe riconducibile alla fine della relazione, che Martina aveva più volte ribadito di voler interrompere, e a voci di conversazioni con altri ragazzi su chat frequentate dagli adolescenti. La vicenda ha suscitato sgomento e rabbia in tutto il Paese, evidenziando l’emergenza della violenza tra giovani e la perdita di valori fondamentali come il rispetto e l’amore. La procura di Napoli Nord, rappresentata dalla procuratrice facente funzione Annamaria Lucchetta, ha sottolineato come il caso evidenzi la necessità di interventi preventivi a livello sociale, scolastico e familiare, per educare i giovani a un concetto di amore basato su rispetto e non possesso.
LE INDAGINI
Le indagini sono partite immediatamente dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla madre di Martina. Le ricerche si sono concentrate inizialmente sull’ultima cella agganciata dal cellulare della ragazza, che indicava come possibile luogo di scomparsa lo stadio Moccia. Le unità cinofile hanno setacciato l’area senza esito, finché non sono stati trovati gli occhiali di Martina, che hanno confermato la sua presenza sul posto. La svolta decisiva è arrivata grazie alle telecamere di videosorveglianza, che hanno immortalato Martina e Tucci mentre si dirigevano verso una casa abbandonata, dove è stato rinvenuto il corpo della ragazza occultato in modo accurato.
L'INTERROGATORIO
Immediatamente sono scattate le ricerche dell’indagato, rintracciato presso l’abitazione di Martina, insieme ai genitori della vittima, con i quali aveva partecipato alle ricerche. Durante l’interrogatorio, Alessio Tucci aveva negato ogni responsabilità, ma di fronte alle immagini e alle prove raccolte, ha confessato di aver ucciso Martina colpendola ripetutamente con una pietra, dopo essere stato respinto dalla ragazza, che aveva deciso di troncare la relazione. La ricostruzione degli inquirenti indica che l’omicidio si sarebbe consumato in un momento di rabbia e frustrazione, con Tucci che avrebbe atteso che Martina morisse, dimostrando una freddezza inquietante.
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