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Il caso
03 Giugno 2025 - 08:17
Il professore Stefano Addeo e la premier Giorgia Meloni con la sua bambina
NAPOLI. Un errore gravissimo. Una richiesta di perdono. Un tentato suicidio. Questa è la cronaca di ciò che è accaduto a Stefano Addeo, docente di tedesco dell’hinterland napoletano, autore del post che ha indignato il Paese: un contenuto inaccettabile, in cui evocava per la figlia del presidente del Consiglio la stessa tragica sorte della 14enne Martina Carbonaro, uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato.
Un atto vile, condannato da ogni forza politica e respinto dalla coscienza civile. E che nessuna esasperazione ideologica può spiegare o attenuare. Addeo — travolto dalla reazione pubblica e mediatica — ha provato a fare un passo indietro. Ha scritto una lunga lettera di scuse e riflessione, consegnata in esclusiva al nostro giornale, in cui prende le distanze da quanto scritto e si dice pronto a chiedere perdono di persona.
“Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi”, scrive. “Non c’è giustificazione possibile. Mi assumo ogni responsabilità morale. Quelle parole non mi rappresentano.” Secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, il presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva dato disponibilità a incontrarlo.
Una risposta istituzionale, ma anche profondamente umana, prima che si diffondesse la notizia del tentato suicidio. Ieri pomeriggio, infatti, Addeo ha ingerito un mix di psicofarmaci. Ha chiamato la dirigente del suo istituto, annunciando l’intenzione di farla finita.
I carabinieri e il 118 sono intervenuti rapidamente. L’uomo è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Nola. Ora è fuori pericolo. Dal lettino dell’ambulanza ha chiamato anche il nostro giornale. Le sue parole: «Mi hanno linciato. Non voglio più vivere. Mi dispiace solo per mia madre anziana che rimane sola».
Il Ministero dell’Istruzione ha aperto un’istruttoria disciplinare. Il ministro Giuseppe Valditara ha dichiarato: «Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Il ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola».
A quella di Valditara si è aggiunta la voce del direttore dell’Ufficio scolastico della Regione Campania, Ettore Acerra, titolare dell’azione disciplinare. «Un episodio sconcertante – ha detto – ed il segno di come un uso inqualificabile dei social possa portare a degli episodi che non dovrebbero essere assolutamente accettabili».
Acerra ha poi confermato che con il ministro si farà un “ragionamento” sulla vicenda per arrivare a dei provvedimenti nei confronti del professore: “Un componente della comunità educante dovrebbe pensare bene prima di parlare. Cercheremo di prendere le giuste decisioni». La lettera integrale di Stefano Addeo alla presidente Giorgia Meloni è pubblicata oggi in esclusiva da Il Roma.
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