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Camorra
04 Giugno 2025 - 08:21
Nelle foto Emanuele Marsicano e Francesco Marfella
NAPOLI. La prima udienza dell’ennesimo processo sulla camorra di Pianura si apre con un affondo della Procura, che chiede diciassette condanne per quasi 180 anni di reclusione. Boss e gregari dei clan Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto corrono spediti verso una probabile stangata giudiziaria e a rischiare grosso sono ancora una volta i capi della cosca, su tutti il giovane ras Emanuele Marsicano, per il quale il pubblico ministero ha chiesto venti anni di reclusione.
Gli imputati sono a vario titolo accusati di associazione mafiosa, porto e detenzione di armi clandestine, estorsioni, utilizzo di apparati telefonici in stato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
ueste nel dettaglio le richieste di pena avanzata ieri dal pm nel corso della requisitoria: Brigida Arillo, 12 anni; Luca Battista, 18 anni; Patrizio Cuffaro, 16 anni; Salvatore D’Anna, 4 anni e 8 mesi; Salvatore Di Maria, 5 anni e 8 mesi; Giuseppina Pia Esposito, 4 anni; Rosario Iorio, 12 anni; Vitale Luongo, 4 anni e 8 mesi; Rosario Maglione, 12 anni; Angelo Marasco, 6 anni e 3 mesi; Francesco Marfella, 18 anni; Emanuele Marsicano, 20 anni; Carlo Pulicati, 16 anni; Emanuele Summa, 12 anni; Christian Titas, 18 anni.
La sentenza del gup Fiore è attesa per il prossimo 10 luglio, mentre nelle udienze precedenti la palla passerà al collegio difensivo, composto dagli avvocati Leopoldo Perone, Luca Mottola, Raffaele Chiummariello, Mauro Zollo, Gandolfo Geraci, Giovanna Limpido e Angelo Ferraro.
L’indagine, culminata nei quindici arresti eseguiti a fine novembre 2024, aveva accertato che Emanuele Marsicano (genero del ras Carlo Esposito), con l’aiuto del cugino Antonio Gaetano detto “Biscotto”, poi ucciso in un agguato a Mergellina, e di cinque fedelissimi tra cui Francesco Marfella, controllava gli affari illeciti dettando disposizioni precise dalla sua cella.
Peccato per lui e gli altri che la polizia e la Dda, dopo l’omicidio di Andrea Covelli, non abbiano mollato la presa acquisendo indizi utili a far scattare l’ordinanza di custodia cautelare. La Squadra mobile, a partire dal 2022, ha documentato una vasta attività del clan Marsicano, gestita nell’ultima versione per la maggior parte da giovani e rampanti affiliati. Il gruppo era armato e avrebbe compiuto spedizioni nella zona di via Evangelista Torricelli, feudo del clan nemico Carillo-Perfetto (erede dei Pesce).
A questi ultimi sarebbe legato Patrizio Cuffaro detto “Scantinato”, accusato del tentato omicidio di Antonio Gaetano “Biscotto”. Era il 24 agosto 2022 e già dallo stesso giorno le microspie registrarono una conversazione tra gli indagati che miravano a vendicarsi rapidamente del ferimento del loro reggente sul territorio.
Fu “Manuè” dal carcere a invitare i soci ad aspettare: «Facciamo calmare prima le acque». Il provvedimento restrittivo aveva inoltre colpito due pezzi grossi del clan Vigilia di Soccavo, rispettivamente reggente sul territorio e braccio destro: Emanuele Summa “’o piccone” e Rosario Maglione.
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