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L'indagine

Bimbo in coma al Santobono, nuovi interrogatori

La madre del piccolo e il suo compagno al centro delle indagini. L'inchiesta si concentra sull'ora in cui il piccolo era solo

Bimbo in coma al Santonbono, nuovi interrogatori

VIBONATI. «Abbiamo ascoltato nuove persone e approfondito aspetti ancora oscuri»: così, ieri, si è espresso uno degli investigatori all’uscita dalla caserma dei carabinieri di Vibonati, dove sono stati condotti nuovi interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sul neonato di nove mesi ricoverato in coma giovedì scorso.

Il bambino, residente a Villammare, era stato trasportato in condizioni disperate in ospedale dalla madre e dal suo attuale compagno. Le domande degli inquirenti si sono concentrate in particolare su quel lasso di tempo — circa un’ora — in cui il piccolo sarebbe rimasto da solo con il convivente della donna.

Ieri, la madre del bimbo è stata ascoltata nuovamente, questa volta a Vibonati, dopo un primo colloquio avuto a Napoli, dove è tuttora ricoverato il figlio. Convocata come persona informata sui fatti, ha fornito ulteriori chiarimenti su alcune dichiarazioni che erano apparse contraddittorie.

Il compagno, secondo quanto trapelato, è anch’egli sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire con precisione ogni momento antecedente al ricovero. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Sapri e coordinate dalla Procura della Repubblica di Lagonegro, delineano un quadro familiare complesso e pieno di ombre.

Le lesioni riscontrate sul corpo del neonato — fratture multiple a testa, femore, costole e collo — sembrano escludere un singolo episodio traumatico e fanno invece ipotizzare abusi avvenuti in più momenti diversi. Questi elementi aprono scenari inquietanti, aumentando la cautela e il riserbo con cui si sta muovendo la procura.

La vita del piccolo resta appesa a un filo: il quadro clinico è invariato, le sue condizioni sono stazionarie ma giudicate disperate. I danni cerebrali subiti sono gravissimi. Secondo quanto è stato possibile apprendere, il padre biologico del bambino non risulta coinvolto nella vicenda e non è indagato.

Il silenzio da parte degli inquirenti è totale: ogni informazione, sia medica che giudiziaria, viene filtrata direttamente dalla procura, per evitare qualsiasi fuga di notizie che possa compromettere l’inchiesta. L’inchiesta è tuttora in fase istruttoria. Non si escludono nuovi accertamenti tecnici, ulteriori perizie e altri interrogatori nei prossimi giorni, con l’obiettivo di chiarire una vicenda che ha profondamente scosso l’intera comunità del Golfo di Policastro.

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