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La tragedia di Saviano
10 Giugno 2025 - 08:54
Carmine Napolitano
SAVIANO. Dramma all’alba: Carmine Napolitano muore soffocato nell’incendio della sua casa. Una tragedia ha sconvolto Saviano ieri mattina: aveva 55 anni, un’anima pura, affetto da una grave disabilità psico-motoria, ha perso la vita nel rogo divampato nella sua abitazione di corso Europa.
Erano da poco passate le 7 quando le fiamme si sono propagate al primo piano della palazzina da poco ristrutturata, divorando la camera da letto di Carmine e trasformando in una trappola quello che per lui era un rifugio. Quando i vigili del fuoco e i carabinieri del nucleo radiomobile di Nola, guidati dal capitano Edgard Pica, sono arrivati sul posto, la scena era già drammatica. Il fratello Felice, 58 anni, era riuscito a mettere in salvo la madre, un’anziana di 87 anni, trascinandola fuori da quella casa diventata un inferno di fumo e calore.
Ma per Carmine non c’è stato nulla da fare. Le fiamme e il fumo impedivano ogni tentativo di accesso, e gli sforzi disperati di Felice, non sono bastati. Quando finalmente sono riusciti ad entrare, i caschi gialli lo hanno trovato riverso sul pavimento del bagno dove aveva tentato di rifugiarsi per scampare alle fiamme, un disperato tentativo di fuga, bloccato da una persiana difettosa che gli ha impedito ogni via di salvezza.
Le esalazioni del rogo che in pochi istanti ha aggredito ogni cosa - giornali, vestiti, ricordi di una vita accumulati in maniera seriale nella sua stanza - lo hanno raggiunto e soffocato. Quella stanza, colma di oggetti che portava a casa dai suoi giri quotidiani, raccontava un mondo fatto di piccole cose, frammenti di un’esistenza semplice e gentile, ricca di amore per gli altri nonostante le sofferenze.
Felice, il fratello maggiore, era il suo angelo custode, sempre accanto a lui. Un amico devoto che non si è mai tirato indietro, pronto a proteggerlo in ogni momento. «Felice lo ha sempre accudito con amore - raccontano i vicini - ieri mattina ha tentato l’impossibile per salvarlo, ma non c’è stato nulla da fare». Carmine, conosciuto da tutti come “scendigiù”, aveva la purezza di un bambino e un sorriso che illuminava le giornate.
«Ogni giorno - ricorda commossa una vicina - veniva in piazzetta e canticchiava sempre la stessa strofa: “Prendimi per mano Dio mio e accompagnami nel mondo a modo tuo”. Ora voglio immaginarlo così, al sicuro, mano nella mano con il Signore». Le indagini sulle cause dell’incendio sono ancora in corso: si ipotizza un cortocircuito causato da un sovraccarico elettrico nella camera da letto di Carmine, piena di carta e oggetti infiammabili.
La madre che si trovava con Felice al piano terra al momento dell’incendio, è rimasta intossicata dalle esalazioni ma per fortuna non è in pericolo di vita. Il padre dell’uomo invece, era assente al momento della tragedia, ricoverato in ospedale da alcuni giorni, dovrà ora affrontare il dramma che ha colpito la sua famiglia.
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