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Fuori il narcos dell’Arenaccia, primi scricchiolii nell’inchiesta

Alessandro Corrado lascia il carcere nonostante due indagini a suo carico

Fuori il narcos dell’Arenaccia, primi scricchiolii nell’inchiesta

NAPOLI. Due inchieste a suo carico non sono bastate, almeno fin qui, a garantirne la permanenza in carcere. Alessandro Corrado, imprenditore sospettato di essere il regista di un maxi-traffico di stupefacenti, ha lasciato il penitenziario nel quale si trovava ristretto dall’autunno scorso per andare agli arresti domiciliari. Due distinti gip, accogliendo le istanze dei suoi legali, i penalisti Domenico Dello Iacono e Leopoldo Perone, hanno infatti ritenuto che le esigenze di custodia cautelare si fossero ormai attenuate in relazione a entrambe le inchieste.

“’O nano” e “’o pipistrello”, al secolo Alessandro Corrado e Rosario De Angelis, sarebbero stati i capi dell’organizzazione di trafficanti internazionali smantellata a ottobre scorso dalla guardia di finanza e dalla polizia con tre anni d’indagine e costata le manette a 15 persone. Tutto cominciò nel 2021 grazie a un’intuizione degli investigatori del commissariato Vasto-Arenaccia, che proprio in via Arenaccia fermarono per un controllo Antonio Di Matteo a bordo di una Nissan Juke: un incensurato che frequenta De Angelis, ritenuto vicino ad ambienti legati ai Contini.

Perquisendo l’auto fu scoperto un doppiofondo in cui erano nascosti più di 100mila euro, una somma spropositata se si pensa che l’uomo non aveva reddito. A quel punto entrò in scena la sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile della questura che, in tandem con i poliziotti della squadra giudiziaria di Vasto-Arenaccia, fece partire una serie di intercettazioni telefoniche ambientali rese difficili dalla prudenza dei capi dei due gruppi sgominati: quello con base all’Arenaccia e l’altro ben radicato a Torre Annunziata, capeggiato dai cognati Nino Gemignami e Giuseppe Panariello.

In sostanza, sia Alessandro Corrado che Rosario De Angelis, che i loro omologhi oplontini utilizzavano dispositivi criptati all’avanguardia per eludere eventuali indagini a carico. Fino a quando, bucati server, gli investigatori hanno acquisito dati importanti e hanno letto frasi inviate per sms che, corroborate da riscontri, rappresentano elementi di prova per la pubblica accusa: “amò prenota per uno, ho due persone”; “ci vediamo alla solita ora dell’ultima volta”; “amò, ora resta 35,5, se vuoi sapere di più scrivimi sull’altra nuova.

Nella vicenda giudiziaria aveva avuto un peso un singolare e brutto episodio di cronaca: l’uccisione di un gabbiano nell’estate del 2021 a Capri, che condusse i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli, diretti dal colonnello Paolo Consiglio, e i poliziotti della Squadra mobile di Napoli, guidati dal dirigente Giovanni Leuci, a condurli sulle piste del principale indagato nel procedimento. Alessandro Corrado, 46 anni, è stato identificato anche grazie alla partecipazione all’evento che lo ha visto coinvolto in una rissa tra italiani e spagnoli sulla spiaggia di Marina Grande dopo l’uccisione a colpi di pietra di un gabbiano “colpevole” di avergli scippato il panino. I finanzieri gli avevano sequestrato anche un bar e una pizzeria.

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