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Camorra
14 Giugno 2025 - 08:48
Nei riquadri il boss Marco Liguori, detto “Marchetiello”, Antonio Papa e Giuseppe Liccardo, conosciuto come “Peppe Maradona”
NAPOLI. Fiumi di droga e racket a tappeto nell’hinterland nord di Napoli, stangata definitiva per la costola del clan Amato-Pagano capeggiata dal ras Marco Liguori. Dopo la sfilza di condanne, ben ventiquattro per un ammontare di oltre 160 anni di carcere, arrivata in appello, è arrivato adesso anche il verdetto della Corte di Cassazione. La gran parte degli imputati ha deciso di rinunciare al ricorso, ma quelli che non l’hanno fatto (Giuseppe Liccardo, Domenico De Mase, Raffaele De Pancis, Massimiliano Aricò, Vincenzo Maglione, Antonio Papa e Michele Riso) si sono visti rigettare il ricorso. Colpo di scena, invece, per i coniugi Domenico Di Girolamo e Maria De Luca, difesi dall’avvocato Luigi Poziello, e per Giuseppe Sinistro, difeso dal penalista Celestino Gentile, per i quali la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna, rinviando gli atti a un nuova sezione della Corte d’appello. L’inchiesta che aveva azzerato la costola del clan egemone a Melito a gennaio 2024, al termine del processo di appello, era culminata in 24 condanne: Massimiliano Aricò, 2 anni e 8 mesi; Sebastiano Aruta, 6 anni e 8 mesi; Rosario Balido, 3 anni e 4 mesi; Salvatore Chiariello, 7 anni e 4 mesi; Claudio Cristiano, 5 anni e 8 mesi; Luciano De Luca, 4 anni e 5 mesi; Domenico De Mase, 6 anni e 8 mesi; Raffaele De Pancis, 7 anni e 7 mesi; Domenico Di Girolamo, conferma 6 anni; Maria De Luca conferma 8 anni; Giuseppe Liccardo, 4 anni e 5 mesi; Marco Liguori, 7 anni e 8 mesi a fronte dei precedenti 11 anni; Vincenzo Maglione, 4 anni e 5 mesi; Gianni Maisto, 8 anni e 4 mesi in continuazione; Antonio Miliardi, 7 anni e 4 mesi; Fortunato Murolo, 6 anni e 8 mesi; Antonio Papa conferma 13 anni e 4 mesi; Giuseppe Pellecchia, 8 anni e 4 mesi; MiCAMORRAGame over per il clan del ras Liguori, annullate con rinvio solo tre sentenze Amato-Pagano al capolinea, 21 condanne sono definitive chele Riso, 4 anni e 8 mesi; Salvatore Roselli (pentito), 5 anni e 4 mesi; Andrea Severino, 12 anni e 8 mesi in continuazione; Nicola Schiavone, 6 anni; Giuseppe Sinistro, conferma 9 anni e 4 mesi; Raffaele Tortora, 7 anni. Condanne che ora, al netto dei tre annullamenti disposti dalla Cassazione, diventano definitive. L’inchiesta culminata nel blitz del 2021 aveva consacrato Marco Liguori allo status di boss del clan Amato-Pagano. Tra gli arrestati spiccava anche Antonio Papa, ex presidente dell’associazione dei commercianti Aicast, che, per gli investigatori, partecipava in maniera diretta alle attività criminali del clan fornendo il proprio supporto nei rapporti con esercenti e imprenditori. In quella sede si tenevano i summit del clan e gli incontri con le vittime delle estorsioni. Nel marzo 2020, Papa, preoccupato per i furti che stavano affliggendo i negozianti durante la pandemia, chiese l’intervento delle forze dell’ordine, «per tutelare il tessuto produttivo cittadino». L’indagine aveva consentito di scoprire che all’innovativa forma di estorsione si affiancava quella tradizionale, con l’imposizione delle tre rate annuali, e anche l’acquisto - obbligatorio - dei gadget natalizi. La lista delle vittime contava circa 500 soggetti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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