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Lo scenario
15 Giugno 2025 - 16:29
Tensione al rione Conocal
NAPOLI. Una nuova alleanza mette sul chi va là gli investigatori che si occupano della malavita organizzata di Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. È quella tra i D’Amico del parco “Connola” di Ponticelli e i Formicola di San Giovanni a Teduccio, tornati forti nel rione d’origine.
La circostanza viene data per certa sul social “Tik Tok” e tra i fiancheggiatori dei due clan mentre gli affiliati già lo sanno. L’avvicinamento per certi versi clamoroso, e sicuramente inedito, sarebbe stato favorito dalla relazione sentimentale tra un ras detenuto dei “Fraulella” e un’avvenente congiunta dei boss del “Bronx”.
La notizia al pubblico interessato sarebbe stata fornita con foto postata, visibile 24 ore. A raccontare per primo il retroscena della nuova alleanza, di cui gli investigatori si erano accorti osservando in strada i movimenti degli affiliati, è stato il sito “Napolitan”.
La notizia non è da poco, se si pensa che i Formicola sono stati per anni alleati dei D’Amico “Gennarella”, parenti alla lontana dei “Fraulella”, e dei Mazzarella di San Giovanni a Teduccio. Mentre i D’Amico del “Conocal” sono stati nemici dei De Micco, “mazzarelliani” di ferro.
Proprio i “Bodo”, secondo le mappe di camorra più aggiornate, avrebbero riconquistato il controllo sull’intero quartiere, o quasi, dopo una serie di episodi provocati o accaduti indipendentemente dalla volontà del clan. Così, con i De Luca Bossa all’angolo grazie ai colpi inferti dalla Dda con gli investigatori di carabinieri e polizia e l’arresto del ras pentito Vincenzo Sarno che voleva tornare alla grande a Ponticelli, i De Micco controllerebbero nuovamente la maggior parte delle attività illecite.
Inoltre la stretta alleanza con i Mazzarella fungerebbe da deterrente rispetto a eventuali tentativi esterni di infiltrare il territorio. Il neo costituito asse D’Amico-Formicola non ha avuto alcun ruolo negli ultimi omicidi accaduti a Ponticelli: quelli di Enrico Capozzi e di Antonio De Cristofaro. Il primo, pur se imparentato con i Sarno, non aveva mai partecipato alla vita della cosca di Ponticelli e lavorava onestamente gestendo una pompa di benzina.
Poi avvenne l’episodio che forse ha segnato la sua breve vita: un anno e mezzo fa un giovane ras emergente dei De Micco, a nome del clan, gli avrebbe chiesto il “pizzo” e lui rifiutò. Successivamente il distributore fu distrutto e l’allora 34enne dovette chiudere l’attività.
Le indagini sull’omicidio di Enrico Capozzi, condotte dai poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura di Napoli con il coordinamento della Dda, vanno avanti intensamente e seguirebbero in particolare la pista di una vendetta del gruppo De Micco.
Ma non solo per quella vicenda, forse, ma anche perché nel quartiere girano voci circa una possibile riorganizzazione a breve del clan Sarno da parte di qualche vecchio ras. Così, secondo questa tesi, la potente cosca dei “Bodo” (alleata dei Mazzarella e quindi anche per questo più forte) avrebbe lanciato un messaggio chiaro con una vendetta trasversale. Come avvenne con l’agguato mortale a Emanuele Pietro Montefusco, fratello incensurato di Salvatore “Zamberletto”. Antonio De Cristofaro invece sarebbe stato ucciso per un vecchio regolamento di conti.
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