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Camorra

Spaccio e agguati nella “167”, ultima stangata a ras e gregari

Faida tra i Cristiano-Mormile e i Monfregolo, definitive dodici condanne

Spaccio e agguati nella “167”, ultima stangata a ras e gregari

Nei riquadri gli imputati Renato Napoleone, Vincenzo Mormile, Pietro Cristiano e Anna Monfrgolo

NAPOLI. Faida di camorra alle porte di Napoli Nord, arriva il verdetto della Corte di Cassazione per i dodici esponenti dei clan Monfregolo e Cristiano-Mormile protagonisti dell’ultima guerra consumatasi pochi anni fa ad Arzano. Gli Ermellini, al netto di due “riduzioni di pena”, hanno sostanzialmente confermato la sentenza di appello, rendendo così definitive tutte le condanne.

La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per Mario D’Aria limitatamente alla pena che è stata rideterminata in 12 anni e 9 mesi; rettifica la pena per il pentito Pietro Cristiano in 3 anni e 4 mesi. Rigettati i ricorsi di Gennaro Alterio, Anna Monfregolo e Vincenzo Mormile; dichiarati invece inammissibili quelli di Antonio Caiazza, Lucia Grassini, Ciro Laezza, Raffaele Liguori, Renato Napoleone, Raffaele Piscopo e Raffaele Portente.

Per mesi avevano tenuto sotto scacco gran parte dell’hinterland a nord di Napoli. Una faida, quella che ha visto contrapporsi i clan Cristiano-Mormile e Monfregolo, i cui epicentri sono stati i comuni di Arzano e Frattamaggiore, messi a ferro e a fuoco della reciproca volontà dei due cartelli di controllare il mercato dello spaccio di droga e del racket ai commercianti. Dopo la retata di aprile 2022, il pubblico ministero aveva invocato ventisette condanne, con pene per i capi e promotori fino a vent’anni di reclusione.

Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari eseguiti figurava anche Pasquale Cristiano, all’epoca capo dell’omonimo gruppo criminale una volta alleato dei Monfregolo, arrestato nel giugno precedente e poi sottoposto ai domiciliari, che aveva sfilato per le strade di Arzano in Ferrari in occasione dei festeggiamenti per la comunione del figlio. Per gli inquirenti Cristiano, noto come “Pic Stic” era il referente ad Arzano degli Amato-Pagano. In cella finì anche il cognato Vincenzo Mormile, il padre Pietro Cristiano e la zia (sorella della madre) Patrizia Auletta.

Tra gli arrestati spiccava poi Giuseppe Monfregolo, ritenuto a capo dell’omonimo gruppo criminale, che aveva sfidato l’egemonia della costola degli Scissionisti. In appello erano però arrivate alcune riduzioni di pena: Giuseppe Monfregolo, 11 anni; Francesco Monfregolo, 10 anni; Anna Monfregolo, 10 anni; Luisa Grassini, 10 anni; Ciro Laezza, 5 anni e 11 mesi. Esclusa l’accusa di capi e promotori, oltre all’aggravante della recidiva, per Mario D’Aria e Vincenzo Mormile, che hanno rimediato rispettivamente 13 anni e 2 mesi e 8 anni.

Esclusa la recidiva anche per Gennaro Alterio, 10 anni; Raffaele Liguori, 7 anni e 6 mesi; Raffaele Monfregola, 9 anni; Eduardo Nicolella, 7 anni e 8 mesi; Luigi Piscopo, 9 anni e 4 mesi; Raffaele Portente, 8 anni e 8 mesi; Antonio Caiazza, 12 anni e 8 mesi da 18 anni; Pietro Cristiano (collaboratore di giustizia), 4 anni e 5 mesi. Pena rideterminata anche per Umberto Passante in 2 anni e 6 mesi. Condanne confermate invece per Renato Napoleone (13 anni e 4 mesi), Vincenzo De Sica (6 anni) e Raffaele Piscopo (6 anni).

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