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La piscina del “Collana” è ancora chiusa

Doveva riaprire a marzo, preiscrizioni già effettuate all’infopoint. Sollecito all’Arus per chiarimenti

La piscina del “Collana” è ancora chiusa

NAPOLI. Sono trascorsi esattamente 5 mesi dall’inaugurazione della struttura, che avrebbe dovuto riaprire entro fine marzo o, tutt’al più, subito dopo Pasqua, una volta eseguiti gli opportuni collaudi. Eppur “non si muove”, non consente ancora le classiche prime bracciate, i primi corsi in acqua a sportivi ed appassionati del nuoto. «Apritela subito al pubblico», è il fermo appello lanciato in coro dalla cittadinanza. Parliamo della storica piscina dello stadio Collana, in via Rossini al Vomero.

«Il 13 gennaio scorso, dopo essere rimasta chiusa dal 2017, a causa del degrado dell’impianto, al fine di consentire l’esecuzione d’urgenti quando improcrastinabili lavori di manutenzione, la piscina dello stadio Collana fu inaugurata, presenti tra gli altri, il presidente della Regione Campania, proprietaria dell’impianto, Vincenzo De Luca, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il direttore dell’Arus Flavio Di Martino che sovrintende alla gestione dell’impianto e il presidente del Coni Campania Sergio Roncelli».

A ricordare il tanto atteso evento, è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che puntualizza: «Nell’occasione si affermò che l’impianto sarebbe stato riaperto al pubblico entro due mesi, vale a dire entro marzo, al fine di poter effettuare i necessari collaudi, e che in contemporanea sarebbe stata attivata la procedura per l’individuazione delle società che avrebbero operato nell’impianto natatorio. Dall’inaugurazione i due mesi sono abbondantemente trascorsi, visto che siamo in piano giugno mal’impianto non è stato ancora riaperto al pubblico. Inoltre, nonostante le numerose richieste al riguardo, non vengono rese note le ragioni per le quali la saracinesca di quest’unica piscina pubblica presente nell’ambito del quartiere Vomero, dove risiedono oltre 40mila napoletani, rimane inspiegabilmente abbassata».

«A fine maggio – continua Capodanno -, su un altro quotidiano, fu riportato l’intervento di un consigliere regionale che aveva inviato una lettera per chiedere chiarimenti sul permanere della chiusura della piscina sia all’Arus, l’Agenzia regionale universiadi per lo sport che al Coni Regionale. Nella missiva si sollecitava, ancora una volta, la riapertura dell’impianto la cui ristrutturazione è costata alla collettività circa due milioni di euro, senza che poi fosse stata riaperta al pubblico», aggiungendo che anche in questa occasione si esprimevano critiche per il fatto che nonostante le preiscrizioni già effettuate all’infopoint l’impianto natatorio non fosse stato ancora riaperto al pubblico. Inoltre si manifestavano le giuste preoccupazioni per la possibilità che la mancata apertura potesse creare problemi di manutenzione, dovuti all’incuria determinata dal lungo fermo.

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