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Camorra
18 Giugno 2025 - 08:38
Nei riquadri Michele Minichini, Gabriella Onesto, Ciro Contini, Luisa De Stefano, Vincenza Maione, Mariarca Boccia, Giulio Ceglie e Giuseppe Prisco
NAPOLI. Due vendette trasversali e un vecchio regolamento di conti saldato, all’ombra della camorra di Ponticelli. Ecco i moventi dei tre omicidi chiariti dalla polizia e per i quali ieri è stata notificata a 6 dei 7 destinatari una misura cautelare in carcere.
C’erano quattro uomini e tre donne nel gruppo di organizzatori e sicari che tra il 2016 e il 2018 avrebbero compiuto tre omicidi dividendosi ruoli e compiti all’interno del clan Minichini-Schisa.
Tra i presunti partecipanti agli agguati mortali, che rispondono tutti di concorso in omicidio, ci sono i ras Michele Minichini “Tiger” e Ciro Contini “’o nirone”, componente della famiglia di malavita dell’Arenaccia e legato anche ai Sibillo dei Decumani nella fase di massima potenza criminale.
I cold case sono stati risolti grazie a nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia che si sono sovrapposte, coincidendo, con gli accertamenti compiuti all’epoca dei delitti. Così, ieri mattina sei affiliati al clan Minichini-Schisa di Ponticelli (oggi solo Minichini dopo il pentimento del boss Tommaso Schisa) sono finiti in carcere o hanno ricevuto una nuova misura cautelare: Michele Minichini, 34enne, già detenuto per altri reati; Giulio Ceglie, 42 anni; Ciro Contini, 36, assistito dall’avvocato Dario Procentese; Vincenza Maione, 44enne; Gabriella Onesto, 46; Mariarca Boccia di 38 anni. È irreperibile Giuseppe Prisco, 32enne.
Sono accusati, a seconda delle posizioni e ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, di aver partecipato alle uccisioni di Mario Volpicelli, Giovanni Sarno e Salvatore D’Orsi. Nell’inchiesta è indagata a piede libero la neo pentita Luisa De Stefano la “pazzignana”, che ha reso dichiarazioni autoaccusatorie.
A condurre le indagini coordinate dalla Dda, sono stati poliziotti della Squadra mobile della questura (dirigente Leuci, vice questore Sasso). Il primo omicidio ricostruito è quello di Mario Volpicelli, il 30 gennaio 2016. Avrebbero partecipato Michele Manichini quale esecutore materiale, Giulio Ceglie e Vincenza Maione, organizzatrice.
L’uomo fu ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre rincasava ed era l’obiettivo dai sicari perché zio di Gennaro Volpicelli, presunto autore dell’omicidio di Antonio Minichini, fratello di Michele.
Il secondo omicidio risolto è quello di Giovanni Sarno, il 7 marzo 2016. La vittima fu uccisa per una vendetta trasversale all’interno della sua abitazione con due colpi d’arma da fuoco. Era il fratello incensurato dei ras della cosca da poco diventati collaboratori di giustizia, che avevano accusato di un omicidio Roberto Schisa.
Cito Contini sarebbe stato l’esecutore materiale, Minichini, Maione e Onesto organizzatrici, Mariarca Boccia fece la “soffiata”. “Sarno è in casa e ha sempre la porta aperta”, segnalò. Il terzo fatto di angue chiarito riguarda Salvatore D’Orsi, il 12 marzo 2018 sempre a Ponticelli. “Poppetta”, ritenuto uno spacciatore vicino al clan De Micco. Autori del delitto Michele Minichini e Giuseppe Prisco.
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