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quartieri spagnoli
21 Giugno 2025 - 09:04
NAPOLI. Una stesa notturna, come nella peggiore tradizione della camorra dei Quartieri Spagnoli. Un raid breve, scattato intorno alle 3 di ieri: il tempo di esplodere in aria tre proiettili calibro 7,65, presumibilmente con una sola pistola, in vico Lungo Gelso. Poi la fuga. Un’intimidazione o una semplice dimostrazione di forza, ecco le ipotesi al vaglio dei carabinieri che stanno procedendo nelle indagini. A poca distanza dal luogo della sparatoria abita Carmine Grammatica, uno dei volti nuovi degli ultimi anni nella malavita della zona, che però non c’era in quanto attualmente detenuto in carcere. È improbabile quindi, anche se non può essere escluso a priori, che i malviventi ce l’avessero con lui. Il 21enne è considerato vicino ai Masiello di largo Baracche.
Il rumore degli spari, che gli abitanti dei Quartieri Spagnoli hanno imparato negli anni a distinguere da quello dei petardi, ha svegliato buona parte dei residenti in vico Lungo Gelso e strade circostanti. Qualcuno ha chiamato il 112 e le sirene dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, subito accorsi, hanno movimentato ancora di più la notte. Sono partiti gli accertamenti con il contributo dei colleghi del reparto Investigazioni scientifiche, che hanno raccolto e repertato i tre bossoli di proiettili calibro 7,65. Non sarebbero state trovate altre tracce né la zona è coperta bene dalla videosorveglianza: qualche telecamera funzionante c’è, altre sono state volutamente danneggiate. La stesa di ieri segue di due mesi un agguato fallito, con un passante incolpevole che stava per andarci di mezzo.
Si è sfiorata la doppia tragedia quella sera in via Nardones, nella parte bassa dei Quartieri Spagnoli, a ridosso del quartiere San Ferdinando. Dove un pistolero solitario ha esploso mo, non ancora identificato, mancando il bersaglio e dandosi poi alla fuga a piedi tra i vicoli della zona. Stanno indagano i carabinieri partendo dall’analisi attenta di tutte le immagini della videosorveglianza, quantomeno per cercare di riconoscere la vittima. In ogni caso, la pista più seguita ancora oggi, ma non l’unica, conduce alle fibrillazioni negli ambienti criminali in atto da tempo a causa dell’assenza forzata dal territorio dei capiclan e del tentativo di un gruppo di giovani di camorra di farsi spazio.
Partiamo dalla cronaca e da un testimone che, non conformandosi al fatalismo o peggio ancora all’indifferenza, ha fornito il primo input alle indagini. Erano circa le 22 del 27 maggio scorso quando transitava a piedi per via Nardones diretto a casa e ha capito in un attimo di essere stato miracolato. «Ho sentito uno scoppio che non era da petardo e una frazione di secondo dopo ho avuto la consapevolezza che qualcosa mi avesse sfiorato», ha raccontato ai carabinieri della stazione Quartieri Spagnoli. Quel “qualcosa” era purtroppo un proiettile, il cui bossolo calibro 7,65 è stato trovato e sequestrato nel corso del sopralluogo dei militari del Reparto investigazioni scientifiche.
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