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Lungomare, il cantiere della discordia

Per alcuni ristoratori l’area delle opere è particolarmente penalizzante per le loro attività

Lungomare, il cantiere della discordia

NAPOLI. Il lungomare trasformato. Un progetto nel cassetto da tempo che oggi vede iniziare la sua seconda fase. Tredici milioni di euro per restaurare dal Molosiglio a piazza Vittoria, da via Nazario Sauro a via Partenope. Nuova pavimentazione stradale, marciapiedi più belli e più ampi lato hotel e ristoranti, pista ciclabile tutta d’un pezzo, «un lungomare senza macchine, un’area dove la gente potrà passeggiare in tutta sicurezza» afferma speranzoso Antonino Della Notte, presidente Aicast Italia e proprietario di ristoranti. Insomma, un progetto di restyling varato dalla giunta de Magistris prima e continuato da quella Manfredi poi che vede già in parte ultimato il rifacimento delle fognature dell’area interessata iniziato nel gennaio 2024. Ma adesso che è momento di passare al secondo step spunta un problema: i cantieri installati sui marciapiedi lato ristorante creano non pochi disagi ai ristoratori, ostacolando il passaggio e rendendo la zona molto meno appetibile per i turisti e cittadini in vacanza.

«Lunedì 16 giugno hanno ampliato l’aera dei lavori e ci hanno chiuso praticamente dentro, sono venuti fin sotto al ristorante. Non sappiamo come fare, le persone non passano proprio più davanti alla nostra attività» lamenta Salvio Pascale, direttore del ristorante VistaMare, definendo l’accaduto «una tragedia». Il problema è «il fitto da 15mila euro», i dipendenti che senza nessun cliente diventano troppi e forse dovranno andarsene anche con l’estate piena di turisti. «Ci sono dei picchi invernali dove questa zona è praticamente morta. Non capisco come fanno a prendere queste decisioni, in estate le persone vogliono passeggiare sul lungomare e rilassarsi, mentre adesso non possono né camminare né passare. Che altro deve succedere per farci intervenire?». denuncia Salvio.

«Siamo sul piede di guerra e vogliamo risposte concrete» la sentenza che avanza la proposta di una manifestazione. Della stessa opinione è Angela Andolfo, direttrice dell’attività In Arte Vesuvio: «Ci sono conseguenze gravissime, proprio ieri mattina sono venuti a prenotarmi un convegno agli inizi di settembre ma poi hanno disdetto viste le condizioni in cui riversava la zona. Questo significa metterci in ginocchio». Altro problema: il poco preavviso. «Lunedì mattina è venuta la Polizia Amministrativa a dirci che le occupazioni di suolo all’aperto sarebbero state sospese perché da quel giorno sarebbero iniziati i lavori». Denunce che non si oppongono al progetto in sé ma che cercano almeno un punto d’incontro. «Quello che dico è di discuterne insieme, fare un tavolo tecnico con tutti gli imprenditori del lungomare in cui esporre la problematica, ascoltare anche le nostre esigenze e cercare, insieme, una soluzione migliore per entrambi, mentre adesso è stata solo un’imposizione calata dall’alto» conclude Angela. «È proprio un non essere presi in considerazione, significa non avere rispetto delle brave persone che vengono a lavorare e portano avanti le famiglie e l’economia».

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